Bonus, 100 euro nelle tasche degli italiani a Dicembre: averli non è così semplice | I requisiti sono allucinanti
Molti aspettano il bonus di 100 euro previsto per Natale. Purtroppo il diavolo si nasconde nei dettagli anche in questi benefit.
Quello che si è detto sul bonus di Natale, ex bonus Befana, è che si tratta di un’indennità di 100 euro per il 2024 destinata ai lavoratori dipendenti.
I requisiti per ottenerlo è quello di avere un reddito complessivo non superiore a 28mila euro e con coniuge e almeno un figlio fiscalmente a carico.
È stato comunicato che verrà commisurato con le tredicesime di quest’anno, così come prevede l’emendamento del governo al decreto Omnibus all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
Questi 100 euro saranno netti. L’una tantum sarà riconosciuta su richiesta del lavoratore, che attesta per iscritto di avervi diritto. La misura ha un onere di 100,3 milioni per il 2024.
I dettagli poco chiari sul bonus Natale
L’intervento della sociologa Chiara Saraceno è molto importante. La professoressa ha evidenziato che l’emendamento del governo al decreto Omnibus presenta molti punti alquanto dubbi dal punto di vista dell’equità. I 100 euro una tantum sono riservati alle famiglie di lavoratori da 8.500 a 28 mila euro di reddito.
Non è nemmeno chiaro se si sta parlando di reddito individuale, familiare o di Isee. Ma vengono riservati solo alle famiglie di lavoratori dipendenti. Dai quali vengono escluse le colf. E soprattutto, secondo la prof, i fondi sono riservati solo ai genitori coniugati. Ad esclusione di tutti coloro che sono genitori con figli a carico pur non essendo coniugati o non essendolo più.
Problematiche non risolte
La dottoressa Saraceno ha fatto capire che il bonus formulato in questo modo, de facto escluderebbe i genitori soli. Che, se donne, hanno in generale redditi più modesti. E sono a maggior rischio povertà. E anche i separati, che pur non avendo i figli residenti con loro (anche con l’affido congiunto ai figli è assegnata una sola residenza), hanno la responsabilità del loro mantenimento.
Con la formulazione attuale, sarebbero molti gli esclusi, ad esempio madri e padri che vivono insieme senza essere sposati. E quelli che sono in un’unione civile perché fanno parte di una coppia dello stesso sesso che, per legge, non può accedere al matrimonio. L’aggiunta del requisito del matrimonio, secondo la sociologa, «appare un di più ideologico fonte solo di iniquità, anche se si tratta solo di un piccolo una tantum che farà poca differenza nella vita delle persone».