Partiva IVA, per le donne il vantaggio è assicurato: in questo caso se lavori da sola prendi un sacco di soldi

Partita Iva e donne
Partita Iva per le donne un vantaggio – www.FinanzaRapisarda.com

Nonostante il luogo comune che la Partita Iva sia una condanna al pagamento di tasse infinite, per le donne può esserci un vantaggio.

Inutile mentire, nel mondo del lavoro essere una Partita IVA presenta sia vantaggi che svantaggi, anche se i secondi a volte pesano moltissimo.

Sicuramente aprire una Partita IVA può offrire maggiore libertà e opportunità di guadagno, si è letteralmente il proprio capo e si riesce ad essere flessibili in base ai propri bisogni e necessità senza dipendere da nessuno.

Lavorare in proprio può anche comportare maggiore responsabilità, incertezza economica, carico di lavoro amministrativo e costi aggiuntivi.

Lo stress del lavoratore autonomo è molto alto, anche perché è escluso da quasi tutti i benefici fiscali offerti ai lavoratori dipendenti e non sempre il rischio che si corre ad aprire un’attività viene ripagato con un guadagno adeguato.

Lavoratrici autonome e maternità

Sebbene si conceda molto poco ai lavoratori autonomi, si è pensato di tutelare le lavoratrici autonome in regime forfettario che decidono di cercare un figlio. L’indennità di maternità è regolata dagli articoli 66 e seguenti del Testo Unico (Decreto Legislativo 26 Marzo 2001, n. 151).

Nonostante la partita iva, a queste donne viene riconosciuta la maternità. Non tutti lo sanno ma l‘indennità di maternità è rivolta anche alle lavoratrici con partita iva in regime forfettario durante la gravidanza e post parto, in caso di adozione o affidamento preadottivo di minori.

mamma e figli agevolazioni
mamma e figli agevolazioni- www.FinanzaRapisarda.com

Anche le lavoratrici autonome meritano un aiuto

Per ottenere l’indennità di maternità , è necessario essere in regola con il versamento dei contributi durante i mesi del periodo di maternità. La legge ha stabilito che la durata dell’indennità complessiva è di 5 mesi, di cui 2 mesi antecedenti il parto e 3 mesi successivi.

In caso di adozione o affidamento, l’indennità di maternità spetta per 5 mesi a partire dalla data di ingresso in famiglia del minore adottato o affidato. L’indennità è pari all‘80% dei compensi dichiarati nell’anno precedente l’evento, commisurata su 5 mesi (quindi 5/12 dell’80% del reddito dell’anno precedente). Le lavoratrici  che decino di beneficiare dell’indennità di maternità devono inviare la domanda dopo il parto. In caso di domanda di indennità giornaliera anche per i periodi che precedono i 2 mesi prima del parto, “nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza”, la domanda può essere presentata antecedentemente al giorno del parto.