Crisi politica, il Governo si scioglie definitivamente, non ha più la maggioranza della popolazione | Tutte le percentuali
Siete certi che in a governare l’Italia ci sia davvero la maggioranza che rispecchia il paese? E se non fosse così?
Quando si pensa a chi siede in Parlamento si è convinti che sia uno spaccato di italianità, tutto suddiviso in base a ciò che il popolo preferisce, vuole e che sceglie come rappresentante del suo volere.
Ebbene, non tutti sanno che dal 2015 è possibile devolvere il 2 per mille delle dichiarazione dei redditi al finanziamento dei partiti nazionali.
Quando siete in sede di dichiarazione dei redditi, molti si scordano delle percentuali da devolvere ad enti benefici, ai partiti o alle chiese il tutto senza aggravi.
Sono ancora pochi quelli che ogni anno si rammentano di questo passaggio al momento di presentare il 730, sicuramente un po’ per fretta e un po’ anche per pigrizia.
Cosa dice il vostro 730
Questa percentuale da devolvere potreste chiamarla voto “fiscale” e indica la volontà di contribuire finanziariamente all’attività dei vari partiti, che è qualcosa in più della semplice adesione ai rispettivi programmi misurata dalle elezioni, ma esclude necessariamente gli elettori che non sono soggetti all’Irpef.
Quindi tra questi simpatizzanti politici non vengono mai computate alcune categorie come le casalinghe senza redditi, la maggior patre degli iscritti ai corsi post-diploma ed i disoccupati, che sono tra le categorie che partecipano meno anche al voto vero secondo un recente Rapporto della commissione istituita dal Ministero per i Rapporti col Parlamento.
Come votano fiscalmente gli italiani
Partendo dalla premessa che l’opzione del 2 per mille è esercitata solo da una esigua minoranza degli aventi diritto che è appena il 4,2%, pari ad un dodicesimo dell’affluenza alle europee. Si evince che gli elettori di destra non sono per nulla generosi con il loro partito. Ogni voto effettivo per la coalizione governativa si è tradotto solo in 0,7 voti “fiscali” alla Camera e 0,6 alle Europee. Invece l’opposizione ha ricevuto contributi fiscali che vanno da 1,3 ad 1,4 volte i voti effettivi.
Ovviamente dato che il contributo del 2 per mille è ancora versato da poche persone, non si può parlare di un vero e proprio voto fiscale, ma di una sorta di campionatura in base a quanto viene dichiarato da chi versa l’Irpef, che non corrisponde proprio al millesimo a quello che viene dichiarato nelle urne elettorali. Sarebbe curioso sapere, se tutti versassero l’Irpef, quale sarebbe il partito con più fondi.