Paywall, cos’è e perché mette i dati personali a rischio con un click | Non cascare nella trappola
Una volta esistevano i cookies, ma non bastano più e il web cela insidie degne del film Matrix, fate attenzione.
In un mondo virtuale in cui sempre di più ci si confronta con un grande plus di contenuti, gli editori stanno cercano di distinguersi dalla massa investendo in argomenti sempre di maggiore qualità e varietà.
Proprio per questo motivo, molte importanti testate, ma anche siti tra i più banali, hanno deciso di valorizzare i propri contenuti ricorrendo all’utilizzo di un paywall.
Paywall può essere tradotto con il termine un tantino maccheronico ” barriera di pedaggio”, una sorta di monetizzazione per vedere interamente i contenuti di un sito.
Quindi non più solo l’obbligo di accettare cookies necessari o strettamente necessari, ma anche un pegno da pagare per leggere un contenuto.
Accesso a pagamento
Iscriviti per vedere l’articolo completo”: questa scritta appare sempre più spesso e significa che siete incappati in un paywall. In poche parole, i paywall sono utilizzati per limitare un accesso completo (full access) a tutti quegli utenti che non hanno sottoscritto un abbonamento a pagamento.
Sono utilizzati prevalentemente dalle riviste e dai giornali per risolvere il problema del crollo delle vendite di copie cartacee, anche se stanno diventando popolari anche in altre piattaforme. Il paywall dovrebbe ovviare alle ripercussioni inevitabili come la perdita di una grossa somma di denaro da parte delle aziende coinvolte con una conseguente riduzione dell’organico, dal momento che le notizie si diffondono troppo velocemente.
Addio per sempre ai dati personali
L’utilizzo del paywall per farvi sottoscrivere un abbonamento ovviamente è un altro modo per acquisire dati personali da cedere. In questo modo, tra social network, paywall e cookies tutta la vostra vita è in rete. Anche i bambini oramai sono perfettamente a conoscenza che la cessione dei dati personali è un mercato incredibilmente redditizio nel mondo sotterraneo di internet.
Anche all’interno dei paywall è necessario porre una distinzione. Possono essere classificati in: hard quando è necessario un abbonamento per fruire di tutti i contenuti presenti nelle riviste; in freemium perché alcuni contenuti sono gratuiti ma altri a pagamento; misurato, ossia un paywall a tempo rappresentato da un limite entro il quale il lettore deve usufruire di un determinato numero di contenuti gratuiti mensili, terminato questo periodo di prova è necessario un abbonamento e dinamico, in base al coinvolgimento del lettore e al suo interesse, il paywall scatta quando il livello di interesse manifestato è alto.