Residenza e domicilio, a gennaio è cambiato tutto: nessuno se n’è accorto ma la differenza è abissale

domicilio o residenza
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Domicilio e residenza non sono la stessa cosa. Se avete dubbi la Giurisprudenza vi spiega perfettamente questi due concetti.

Esiste un differenza tra domicilio e residenza ed è importante destreggiarsi tra questi due concetti, perché ci sono adempimenti legali diversi a seconda che si tratti di uno o dell’altro.

Nel linguaggio parlato sono spesso usati come sinonimo e questo non è positivo, dato che ha generato molta confusione questo interscambio di concetti giuridici diversi tra le persone comuni, che potrebbero così avere difficoltà a comunicare con la pubblica amministrazione.

Il domicilio, secondo il Codice Civile Italiano, è il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. La residenza è definita come il luogo in cui una persona vive abitualmente. È il luogo di dimora stabile, dove si svolge la vita quotidiana.

Si potrebbe dire che domicilio e residenza possono coincidere se gli interessi economici e la dimora abituale di un individuo sono ubicati nello stesso posto.

Qual è la differenza fra domicilio e residenza

In sostanza, la differenza tra domicilio e residenza risiede nel fatto che la seconda rimane tale anche se la persona è assente per lunghi periodi, a causa di viaggi o impegni lavorativi, a patto che vi sia l’intenzione di mantenere in quel luogo l’abitazione principale e di farvi ritorno.

La residenza resta quindi immutata, a prescindere dalle assenze della persona, trattandosi del luogo centrale delle proprie relazioni familiari e sociali cui si intende fare ritorno. Per questo motivo la residenza viene considerata fissa e il domicilio flessibile.

Residenza fiscale
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Residenza fiscale persone fisiche

Un concetto fondamentale solo per Il Fisco per la tassazione è la residenza delle persone fisiche, si ottiene se il contribuente è iscritto all’Anagrafe della popolazione residente o ha residenza o domicilio in Italia per più di 183 giorni all’anno. È fondamentale, tra l’altro, per il calcolo dell’IRPEF.

A decorrere dal 1° gennaio 2024, vengono considerate residenti in Italia, fiscalmente parlando, le persone fisiche che, per la maggior parte dell’anno solare hanno uno dei seguenti requisiti: residenza italiana fissa come il domicilio, presenza nel territorio dello Stato.
Questo perché, per procedere alla tassazione si ritengono, salvo prova contraria, residenti fiscalmente in Italia le persone iscritte per la maggior parte del periodo di imposta nelle anagrafi dei Comuni come residenti. In questo modo non si può fingere di avere un domicilio estero, se in realtà si vive sempre qui.