Superbonus 110%, altro che incentivo: se non fai attenzione a questo dettaglio ti becchi una multa allucinante
Se avete usufruito del bonus 110% per ristrutturare casa, potreste essere a rischio di una multa molto salata: fate attenzione.
Il bonus 110% ha avuto un grandissimo successo, ma qualcuno non si è comportato in maniera corretta e ora è arrivato il momento in cui chi ha sbagliato deve essere punito.
Oltre ai casi più estremi, in cui verifiche effettuate hanno dimostrato che qualcuno ha usufruito dei benefit su terreni agricoli in cui nemmeno esiste una casa, ci sono altri motivi per cui le persone possono incorrere in un multa.
Come sapete, per avere il benefit è necessario presentare la documentazione adeguata, in cui si dimostra di avere iniziato i lavori con tutti i permessi in regola o di avere ricevuto sconto in fattura dall’impresa edile.
A questo punto il contorto mondo dell’edilizia, con alcune persone che cercano di approfittare indebitamente di lavoro senza pagare le tasse, è venuto allo scoperto.
Imprese edili e irregolarità
Molte imprese, approfittano di lavoro nero di alcuni operai o non hanno i documenti completamente in regola, perché utilizzano prestanome per aprire in continuazione società destinate a fallire a fine lavori per non fornire la garanzia decennale ai committenti.
Per questo motivo si sono presi dei provvedimenti che vanno ad incidere anche sulla parte che avrebbe potuto godere di un risparmio più generoso dato dal bonus. Si è deciso, infatti, che prima del pagamento del saldo finale, si abbassi la soglia di importo complessivo, che passa da 500mila a 70mila euro, per la verifica di congruità, in assenza della quale scatta una multa compresa da 1000 a 5000 euro a carico del proprietario di casa che si è rivolto all’impresa di costruzioni.
Multa assicurata se avete ristrutturato casa con un impresa irregolare
L’obbligo di voi committenti è di verificare la congruità documentale dell’impresa, la regolarità dei lavoratori, perché nel momento in cui effettuate l’ultimo pagamento siete considerati corresponsabili con l’impresa in frode. La legge intende che l’avvenuto versamento del saldo finale da parte del responsabile del progetto in assenza di esito positivo della verifica o di previa regolarizzazione della posizione da parte dell’impresa affidataria dei lavori, è considerato come connivenza.
L’accertamento della violazione viene comunicato all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, con conseguenze ai fini della qualificazione delle stazioni appaltanti. La stretta è ferrea, ad esempio, per l’esercizio abusivo dell’attività di somministrazione di lavoro è prevista la pena dell’arresto fino a un mese che prima non prevista.