Assegno di mantenimento, dopo la separazione se fai parte di questa lista non vedi un centesimo: che sfortuna!
Separazione e divorzio, ma se un coniuge non è economicamente indipendente, chi si occuperà dei suoi bisogni?
L’amore può finire e gli italiani molti anni fa si sono espressi a favore del divorzio. Si è preferito dire basta all’ipocrisia di coppie di fatto che vivevano insieme solo per mantenere una facciata perbenista in un’Italia cattolica che rifiutava la separazione dei coniugi.
Meglio ricominciare da capo, ma il retaggio del passato in un paese come questo è lampante. Le donne sono economicamente più fragili. Curano la casa, i figli, sacrificano la carriera, sono cuoche, colf, badanti, contabili e poi quando il matrimonio termina, non hanno un vero stipendio.
Ancora oggi vige il principio che sia la moglie a rinunciare al lavoro sull’altare dell’economia domestica e familiare. La figura dell’angelo del focolare è femmina.
Povere e senza soldi le donne si trovano in seria difficoltà economica.
Mantenimento all’ex quando spetta?
Secondo la legge italiana in caso di separazione e/o divorzio è possibile che un coniuge debba offrire un supporto all’altro, che esula dall’assegno per i figli, ma solo in condizioni specifiche. Questo per evitare come accadeva in passato che qualcuno si sedesse comodamente sul trono degli alimenti dell’ex senza mai cercare lavoro.
L’assegno di mantenimento spetta in primo luogo se chi lo richiede dimostri di non potersi mantenere da sé e l’incapacità non deve dipendere da una sua colpa. Se la persona che richiede aiuto ad esempio è malata o invalida, è giusto che abbia un piccolo aiuto economico, perché se la disabilità è grave potrebbe avere difficoltà ad ottenere uno stipendio pieno.
L’assegno di mantenimento non è una pensione a vita
La giurisprudenza è molto chiara e fuori dai casi sopracitati, non si può chiedere un assegno personale di mantenimento se, nonostante ci sia una disparità di reddito con l’ex, la persona ha comunque delle entrate sufficienti per riuscire a mantenersi in modo dignitoso. Vale anche il caso in cui non si abbia la capacità di mantenersi in modo autonomo, ma anche il proprio ex si trovi nella stessa situazione economica.
Nonostante la parte economicamente fragile non abbia un proprio reddito, il suo stato di disoccupazione dipende da inerzia e mancanza di volontà nella ricerca di un lavoro, questa inedia non è giustificabile. Per finire l’assegno non è mai attribuito al coniuge che per sentenza abbia l’addebito della separazione.