Truffa bancaria, se ti clonano la carta ti spetta un risarcimento: lo ottieni solo se fai così

Carte clonate
Carta clonata – AdobeStock – www.FinanzaRapisarda.com

Un problema molto grave  è avere la carta clonata, cosa che sembra impossibile, ma che accade molto più spesso di quanto pensiate.

Subire il furto dei dati bancari è tremendo, perché rischiate di trovare il conto svuotato, se non vi accorgete immediatamente di avere subito una frode.

Purtroppo, sempre più spesso la captazione fraudolenta dei vostri dati avviene per via telematica, con truffe di phishing e il problema, in questi casi, è che non è facile capire immediatamente di essere stati frodati, perché a volte si riceve una mail fake dalla banca e in tutta ingenuità e buona fede si inseriscono i dati senza timore.

Molte banche sono solo online ed è complesso parlare con qualche persona fisica in caso di problemi, perché il servizio è esclusivamente telematico e quelle più avanzate vi lasciano dialogare con l’intelligenza artificiale.

E’ una minaccia grave quella che si rischia con l’uso delle carte di credito ed è inutile, ripetere che dovete sempre stare attenti ai siti che visitate e ai messaggi a cui rispondete, perché le frodi sono sempre più elaborate.

Nuovi modi per rubare i vostri dati bancari

Ultimamente i truffatori hanno rispolverato un vecchio trucco, che passato nel dimenticatoio, non è più nemmeno considerato pericoloso dagli utenti, perché era molto in voga anni fa e quindi non si pensa più che possa capitare ancora.

Bancomat ATM o dispositivi Pos dei benzinai sono i complici involontari dei ladri che riescono, eludendo le telecamere, a posizionare la loro strumentazione praticamente identica sopra a quella reale, dimodoché quando effettuerete il pagamento, i vostri dati finiranno in mano ai malintenzionati che cloneranno la vostra carta.

Truffe bancarie
Truffe bancarie vi spetta un risarcimento – AdobeStock – www.FinanzaRapisarda.com

La Cassazione protegge gli utenti

La Suprema Corte nel 2023 ha ribadito la buona fede dei correntisti, che non sono più loro a dover provare di essere stati raggirati, ma è la Banca stessa a dover provare di avere un sistema di sicurezza a prova di truffa. L’onere della prova così percepito, fa comprendere che le banche non possono trincerarsi dietro al fatto che il truffato dovrebbe accorgersi per tempo dei danni dovuti dai prelievi.

Il tribunale giustamente afferma che un buon sistema di sicurezza dovrebbe assolutamente rilevare prelievi anomali in capo all’utente, dovrebbe avere un sistema di doppio passaggio per le transazioni, che devono essere autorizzate dal titolare del conto e strumenti privati come token o app smartphone con accesso al conto tramite il riconoscimento facciale o l’impronta del proprietario. Senza questi requisiti la banca deve risarcire il danno.