Conto corrente, non hai più l’ultima parola sui tuoi risparmi: le banche ti hanno già preso centinaia di euro
Se pensate che le Banche non abbiano le mani lunghe sui vostri conti correnti, state commettendo un grosso errore.
Cari risparmiatori sebbene gli istituti di credito vogliano apparire amichevoli, preoccupati per i vostri risparmi e rilancino di anno in anno la loro immagine come se fossero degli istituti di beneficienza, la realtà non è questa.
Dovete iniziare a pensare alla banca come a quello che realmente è ossia un business, che custodisce il vostro denaro, ma che deve guadagnare, investendo i vostri soldi, riscuotendo interessi e facendovi pagare i costi di gestione.
Sicuramente è importante, perché solo un istituto bancario ha la possibilità di spostare capitali ingenti, di finanziare attività e di alimentare il mercato immobiliare, ma tutto questo ha un prezzo.
Negli ultimi anni i tassi dei mutui sono stati così sussultori e oscillatori, da scatenare un vero terremoto di incertezza per i risparmiatori, che si sono ritrovati con le rate raddoppiate in caso di mutui a tasso variabile, generando sconforto.
Costi in crescita
Negli ultimi sette anni non sono solo i tassi di interesse dei mutui ad essere cresciuti, ma anche i costi fissi dei conti correnti ad essere lievitati in maniera spropositata e la giustificazione fornita dalle banche è sempre quella di dare colpa all’inflazione.
Le banche, come sapete, vi inviano quelle famose lettere a cui non potete appellarvi che contengono “le modifiche unilaterali al contratto”, che vi imputano solo ed esclusivamente gli aumenti per la gestione del conto corrente.
Gli aumenti dei conti bancari cominciano a pesare troppo
Aumentare i costi di gestione dei conti con la scusa dell’inflazione è solamente una strategia, perché le banche sono in positivo per via dei tassi dei mutui cresciuti e accanirsi sulla clientela è una tattica aziendale che porta a una spesa anche di 200 euro l’anno, praticamente inutile, perché sono solo gestionali e causano disagio alla clientela più debole.
Alcune banche hanno furbescamente limitato l’accesso all’online alle persone anziane, che così sono costrette a pagar l’over cost, perché non hanno accesso alla possibilità delle agevolazioni delle rete che azzerano le spese. Una pratica business palesemente scorretta, in un momento economicamente fragile, che non viene compensata dalle pubblicità delle compagnie di nuovi conti a zero spese solo per accaparrarsi nuovi clienti, dato che la promozione ha solitamente una durata limitata dai 12 ai 24 mesi.