Disney+, la crisi è vicina: un milione di account cancellati in pochissimo tempo | Nessuno lo vuole più
I supereroi questa volta non possono salvare Disney, chissà cosa avrebbe pensato Walt Disney davanti a questo disastro.
Tanto tempo fa un uomo solo con il disegno di un topolino ha creato un impero, ha cresciuto generazioni intere, ha sperimentato tecniche nuove portando al cinema le favole, ha regalato sogni e sorrisi: il suo nome era Walt Disney.
Chissà se oggi fosse qui che tipo di decisione prenderebbe in base al mondo moderno e all’approccio diverso che il cinema e la tv stanno avendo verso i loro utenti.
I tempi cambiano, l’inclusione e la solidarietà sono diventati la regola e il cinema si è adeguato a tutto ciò, per dare l’esempio e creare generazioni di persone in grado di comprendere il prossimo. La Disney da sempre culla dei più giovani ha iniziato ad inserire disclaimer nei suoi prodotti per far capire che in storie più old quello che viene detto non rappresenta le ideologie dell’azienda.
In un secondo momento sono cominciate cose curiose, come il fatto di aggiungere nel film “Una sirena a Manhattan” dei capelli più lunghi in CGI allo splendido corpo di Daryl Hannah, per evitare che i più giovani potessero maturare pensieri sessisti, intravedendo qualche cm dell’incavo dei glutei dell’attrice.
Scelte editoriali discutibili
Sicuramente la Disney, come tutte le aziende, ha affrontato fasi ascendenti e discenti, questa è sicuramente una di down, perché dopo l’epoca dei supereroi Marvel, in cui IronMan era il sovrano indiscusso, alcuni film di raccordo fatti solo per annunciare il sequel del reboot del resurrection successivo hanno cominciato ad annoiare, per mancanze di script accattivanti, a non incassare perché la gente voleva novità e a non portare merchandising al brand, per mancanza di originalità.
A tutte queste novità scarse, si devono aggiungere le polemiche che accompagnano prodotti consolidati come il gatto dai tratti orientali negli Aristogatti, Biancaneve e Cenerentola accusati tutti di giocare su stereotipi.
La crisi Disney
Molti hanno rescisso il loro contratto con Disney+ e questo deve far riflettere la dirigenza. Meno prodotti e più qualità è quello che vuole il pubblico e invece di inserire disclaimer, meglio che l’azienda si preoccupi di avviare un dialogo vero su quanto sia bello che il mondo sia così diverso e variegato.
L’azienda deve ricordare che sono gli adulti a vedere malizie, i bambini sono innocenti e non percepiscono quei sentimenti di rancore o straniamento, se hanno una adulto consapevole accanto a loro, mentre vedono il film.