Pensione e assegno sociale, buone notizie per tutti: nel 2024 spuntano aumenti inaspettati | Le cifre
L’inflazione influisce sulle rivalutazioni pensionistiche 2024, forse però una speranza per gli anziani c’è ancora.
Questo é un momento molto instabile economicamente parlando per tutti, il mondo è scosso da conflitti bellici in espansione che nuocciono profondamente sull’economia globale.
L’inflazione, generata dalle decisioni della BCE nel tentativo di stabilizzare l’economia, ha indebolito pesantemente il potere di acquisto delle persone, un grave sacrificio è richiesto ai cittadini unionali, che vivono in una situazione precaria, dopo la scomparsa del ceto medio.
I pensionati italiani sono fragili, economicamente parlando, perché, salvo alcune categorie con corresponsioni previdenziali di lusso, le pensioni percepite dagli italiani sono basse, creando difficoltà nel momento della vita in cui purtroppo la salute e le giornate non sempre regalano gioie e serve sostegno.
Come ogni anno le pensioni sono state rivalutate, in virtù dei tassi di inflazione rilevati dall’Istat nei primi nove mesi del 2023, mentre per l’ultimo trimestre si è utilizzato un coefficiente di stima.
Rivalutazione delle pensioni
Il ricalcolo è un procedura normale che avviene ogni anno, la legge permette di effettuare il ricalcolo in modo che si possa partire già dal gennaio del nuovo anno con i nuovi conteggi, ma come detto prima il vero tasso si scopre solo nelle prime settimane del nuovo anno, quindi si utilizza un coefficiente provvisorio.
Quindi si evince che gli importi delle pensioni, delle prestazioni assistenziali come la pensione minima, l’assegno sociale o le pensioni di invalidità possano subire delle variazioni, perché non si basano su aliquote definitive.
Conguaglio pensioni
Dai dati emersi, l’inflazione definitiva dovrebbe essere pari al 5,7% con una differenza dello 0,3% rispetto alle previsioni, quindi sarà possibile un conguaglio sulle prestazioni percepite per effetto del ricalcolo. Ad esempio la pensione minima era stata valutata pari a 567,94 euro, ma grazie alla nuova rivalutazione l’importo è di 598,64 euro a gennaio, ma calcolato con un coefficiente provvisorio da rivedere applicando per intero lo 0,3% che non era stato previsto nel 2023, portando la pensione minima da 600,31 euro fino a 616,51 euro.
Anche l’assegno sociale aumenterà da 507,03 euro a 535,93 euro mensili e l’invalidità civile da 316,25 euro salirà a 334,27 euro. Questi piccoli importi sono molto importanti per le persone che percepiscono queste prestazioni, perché sono comunque un piccolo aiuto che il welfare cerca di offrire alle categorie più fragili, più bisognose di aumentare il reddito, in un periodo storico tremendo in cui il caro vita ha influito negativamente sulle esistenze di tutti.