Conti correnti sempre più cari, il 2023 è stato un incubo: cambia ora e risparmi fino al 20%
Sono stati tempi duri per i risparmiatori e in tempi di crisi la sfida è stata ardua e complessa difficile da gestire.
Il 2023 a livello bancario è stato un annus horribilis, per via dei tassi dei mutui sempre più altri e per i costi dei conti correnti aumentati.
L’instabile situazione politica mondiale, che oscilla sul baratro ogni giorno, non ha giovato a nessuno in nessun campo. Se ripensate all’anno appena terminato, vi renderete conto di quanto tasse, costi fissi, stipendi bassi, inflazione e caro vita abbiano limitato moltissimo le vostre scelte esistenziali.
Gli italiani si sono indebitati sempre di più nel 2023 e chi aveva qualche risparmio, per poter fronteggiare ai costi spropositati, ha iniziato a intaccare il capitale, il che non è mai un buon segno in un sistema economico.
Ogni anno Altroconsumo effettua una rilevazione per L’Economia del Corriere della Sera e ha registrato una crescita dell’ICC, l’indicatore del costo complessivo, dei conti e i dati rilevati non sono stati rassicuranti.
I conti correnti sono molto più cari
Per esser chiari i conti correnti sono risultati più cari del 20% per i giovani, del 6,6% per le famiglie e del 4% per i pensionati, cifre ragguardevoli, se si pensa che tutti stanno affrontato una crisi economica senza precedenti e le banche non stanno minimamente aiutando i correntisti. I costi fissi per la gestione dei depositi sono risultati decisamente esosi.
Anche gli interessi sono pessimi, perché le promozioni offerte durano pochi mesi e, quindi, alla fine sulle giacenze bancarie gli interessi riconosciuti sono pari a zero o quasi, mentre cresce l’applicazione dei tassi sul passivo. In modo grezzo si può dire che quello che pagate alla banca è spropositato, rispetto a quello che l’istituto vi offre.
Quanto spendete per i vostri conti
Nel riepilogo annuale delle spese la banca vi comunica sempre i costi delle vostre giacenze, oltre alle spese fisse per la gestione, troverete quelle variabili in base ai vostri movimenti e le tasse, ossia l’imposta di bollo pari a 34,20 euro l’anno. Tra i costi variabili dovete considerare le commissioni che la banca applica per i prelievi agli sportelli bancomat di altri istituti e anche per i pagamenti Cbill dei bollettini pagoPa, entrato in vigore per i pagamenti con la pubblica amministrazione.
Per evitare questi costi aggiuntivi, il suggerimento è quello di cercare banche piccole, meno famose, o un conto on line senza un’istituto fisico, perché queste soluzioni di solito permettono di non pagare nulla di extra ai correntisti, facendo in modo che possiate risparmiare qualcosa.