ISEE, chi sbaglia finisce in carcere: l’assurda sentenza sconvolge tutti | Il fisco non tollera questi errori
L’ISEE è l’indicatore per valutare la vostra situazione economica e deve essere molto preciso quando viene compilato.
Se volete una qualsiasi prestazione statale agevolata è necessario presentare l’Isee, compilando la DSU con i vostri dati anagrafici, reddituali, patrimoniali e la composizione del nucleo familiare.
Tutti questi dati potete inserirli da soli sul portale INPS o recandovi ad un patronato per farvi aiutare, la legge non prevede controlli al momento dell’inserimento dei dati, anche il patronato si limiterà ad inserire i dati che sarete voi a dire.
Per molti anni i controlli e le verifiche sull’Isee venivano fatti a campione, perché non era possibile verificare ogni singolo Isee e si è scoperto che molti hanno eseguito dichiarazioni mendaci o commesso errori in buona fede.
Per ovviare a questi problemi, grazie al miglioramento della tecnologia, è nato l’Isee precompilato, che si avvale di dati di banche dati telematiche, incrociandoli per poter fornire in anticipo almeno una parte dei dati, per evitare dichiarazioni sbagliate.
Errori nell’Isee cosa può accadere?
I controlli sula DSU sono di due tipi: formale, per vedere se quanto risultante corrisponda con le dichiarazioni rese al Fisco, o sostanziale, effettuato dalla Guardia di Finanza.
I controlli sono ancora fatti a campione, perché, anche se esiste l’Isee precompilato, è sempre il contribuente che effettua le dichiarazioni e potrebbe sbagliare per imperizia o dolosamente, il che rappresenta un raggiro ai danni dello Stato per ottenere prestazioni agevolate che non spetterebbero, anche se non si integra il reato di vera e propria truffa, a meno che non si riesca a provare la volontarietà della dichiarazione mendace, aprendo quindi un processo penale.
Se mentite volontariamente rischiate il carcere
Se dichiarate il falso per ottenere agevolazioni rischiate la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 51 euro a 1.032 euro. I controlli sono retroattivi fino a 5 anni in caso di indagine civile e 7 per l’indagine penale, ma le somme che dovrete restituire ingiustamente percepite sono quelle relative agli ultimi 5 anni da quando avete presentato le dichiarazioni.
Anche se avete sbagliato in buona fede e avete percepito dei benefit, perderete i benefici, perché comunque viene integrata la fattispecie di falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale e i benefici percepiti sono illegittimi e verranno revocati dalle autorità competenti. Tutto ciò, perché nel momento in cui viene fatta la DSU, vi assumete tutte le responsabilità di quanto ivi dichiarato.