Lavoro e bassi stipendi, la “soluzione” della Lega spaventa gli italiani: nel 2024 ti metteranno in gabbia
Un fantasma del passato lavorativo potrebbe essere resuscitato dalla Lega ed è uno spettro che fa paura a molti. Fate attenzione.
“C’era una volta” è l’inizio di una storia triste dell’Italia che lavora, che nel lontano 1945 vede firmare un accordo tra industriali e lavoratori, che prevede un tipo di salario diverso a seconda della zona in cui si risiede.
Sono nate così le gabbie salariali, con 14 zone in cui l’Italia è stata ripartita e stipendi diversi sul medesimo lavoro, in base al costo vita della propria zona. Giudicate discriminatorie dai lavoratori, sono state combattute aspramente dai sindacati, perché il divario salariale tra certe categorie era veramente enorme.
Nate per cercare di porre un freno all’aumento del costo della vita, determinato dall’inflazione, visto che la Lira si stava svalutando moltissimo con la conseguenza di un aumento dei prezzi spaventoso e una possibilità di acquisto dimezzata.
Furono abolite definitivamente solo nel 1973, dopo aspre lotte sindacali, per portare gli stipendi ad un livello equanime e non discriminatorio.
A volte ritornano
Un dibattito politico si è acceso negli ultimi tempi e forse potrebbe far risorgere questo spettro delle gabbie. Massimiliano Romeo, capogruppo della lega al Senato ha presentato un disegno di legge, che potrebbe reintrodurre quello strumento a causa dell’aumentato costo della vita.
La Lega cerca di calmierare e spiega che non vuole reintrodurre il divario nord e sud che c’era la prima volta che questo sistema fu applicato, anche se è difficile comprendere come non sia possibile anche per il diverso clima che attraversa il paese e i costi diversi di alcune merci. In microeconomia introdurre una gabbia serve ad aumentare lo stipendio dell’operaio in un periodi di crisi, che ha portato a vendere di meno i prodotti che quindi costano di più. Son quei parametri di autoregolamentazione del mercato: vengono offerti più soldi, per permettere di comprare i prodotti, facendo guadagnare sempre l’industriale che li produce.
La proposta della Lega
La Lega ha affermato che queste gabbie rispetto alle precedenti, saranno un contrattazione di secondo livello, cioè integreranno il CCNL di riferimento in base al caro vita di quel territorio e ha avuto l’approvazione della maggioranza.
Difficile capire ora la portata di questo strumento, perché con le poche informazioni date, sembra perfettamente identico a quello abolito nel 1973, con la differenza che i poteri dei sindacati oggi sono più deboli e si rischia una gravissima discriminazione tra le regioni italiane purtroppo.