Canone Rai, se nella tua bolletta compare questo numero non devi più pagarlo: scoprire se sei tra i fortunati è semplicissimo
E se foste tra i fortunati che non devono pagare il canone rai e ancora non lo sapete? Fate attenzione subito.
“Viva la Rai, ci fa crescere sani, viva la Rai quanti geni lavorano solo per noi, viva la Rai.” cantava provocatorio Renato Zero in una sua vecchia canzone, memore del fatto che la tassa sul possesso degli apparecchi radio televisivi agli italiani proprio non è mai piaciuta.
E’ sempre stata la più evasa, con le scuse più fantasiose e per farla pagare hanno dovuto accorparla alla bollette della luce, sebbene la Corte Europea stabilisca che è un tantino anticostituzionale.
Purtroppo però l’italico popolo volente o nolente si trova sempre a dover pagare questo tributo, che non è un canone per la Rai, anche se ovviamente finanza la Tv statale, ma è una tassa sul possesso della televisione, è come il bollo auto, una tassa che si paga perché si possiede un auto.
Sicuramente sono due imposte antipatiche e poco amate, purtroppo però sono sempre in agguato che vi attendono.
Quando non si paga il canone
Non sempre il canone va pagato, se proprio non possedete nulla che possa trasmettere programmi televisivi e ovvio che l’imposta non sia dovuta. Anche se la giurisprudenza qui ha aperto un dibattito infinito, dal momento che questa imposta è nata quando praticamente c’erano solo radio e pochissime tv, ora questa normativa un po’ da revisionare, la si vede applicata all’epoca degli smartphone, ergo diventa problematico sancire il confine tra non avere la televisione o avere il telefono.
Ormai tutto può trasmettere, quindi la vecchia scusa di non possedere una tv non è più presentabile in giudizio, tutti hanno un pc, tutti hanno un telefono e se solo qualcuno mettesse mano alla normativa la chiarezza arriverebbe celere.
La Cassazione si è espressa
Curioso un caso che è arrivato alla Suprema Corte, perché essa si è espressa contro un ricorrente, il quale aveva presentato ricorso contro cartelle esattoriali per il tributo Rai, trascorsi 5 anni e vantando la prescrizione del credito. La Cassazione ha ribadito che Iva, Irpef, Irap e crediti erariali hanno una termine di riscossione ordinario di 10 anni e non di 5.
Ha giustificato la prescrizione decennale per il canone dicendo che, pur essendo una prestazione annuale, ha carattere autonomo e il pagamento non è legato a precedenti e quindi presta fede all‘art 2946 cc che ribadisce che in caso di silenzio della legge, come in questo caso, i diritti si prescrivono in 10 anni.