Pensione reversibilità, in molti non lo sanno e perdono un sacco di soldi: per averla al 100% devi soddisfare una sola condizione

La pensione di reversibilità è un supporto dovuto al coniuge. FinanzaRapisarda.com

La pensione di reversibilità è uno strumento economico di supporto a chi resta dopo la morte del coniuge, ma può andare anche ai figli.

La pensione ai superstiti è una misura previdenziale erogata dall’INPS a favore dei familiari dei cittadini deceduti riconosciuto in caso di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta) in favore dei familiari superstiti. La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa.

La pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso. La pensione di reversibilità è collegata alla pensione diretta ricevuta dal pensionato prima del suo decesso.

A quest’ultima possono accedere i familiari della persona deceduta, in quanto il defunto era titolare di una pensione di vecchiaia, di anzianità, di invalidità o similari. Questo tipo di misura si differenzia dalla pensione indiretta in quanto quest’ultima è riservata ad un soggetto assicurato a favore dei familiari più vicini.

Quando a goderne è una sola persona la pensione di reversibilità non spetta mai per intero: la quota dipende infatti dal numero, nonché dalla tipologia dei superstiti che ne beneficiano, in quanto ad esempio si va dal 60% del coniuge solo al 70% quando invece a beneficiarne è solamente un figlio con il rischio di tagli in presenza di altri redditi.

Pensione reversibilità: a chi spetta

Innanzitutto al coniuge superstite (anche divorziato se in possesso di assegno divorzile); i figli minorenni, i figli non abili al lavoro a carico del defunto; i figli di maggiore età studenti e a carico e quelli non impegnati in attività lavorative e con età non superiore ai 26 anni. In caso di assenza di questi soggetti, la quota va ai genitori del defunto e, infine, ai fratelli.

Tutti questi soggetti possono richiedere l’accesso alla pensione di reversibilità nel caso di un familiare convivente defunto, in quanto risultavano a carico del pensionato deceduto, e pertanto si trovano in una situazione di non sufficienza economica e di impossibilità al proprio mantenimento. Importante che risulti la convivenza con il defunto.

Pensione al 100% per chi resta dopo una morte di un familiare. FinanzaRapisarda.com

Le quote di pensione variano a seconda dei casi

Oltre al coniuge, al quale spetta il 60% della pensione percepita in vita dal defunto, ci sono anche i figli del dante causa per cui la quota di pensione di reversibilità potrebbe arrivare ad essere percepita per intero, al 100%. L’aliquota dell’80% spetta al coniuge con un figlio convivente, mentre il 100% va allo stesso, con due o più figli conviventi.

Quando la pensione di reversibilità spetta per intero per la presenza di figli a carico, il coniuge non deve neppure preoccuparsi per i tagli previsti in caso di redditi superiori a 3 volte il trattamento minimo. I limiti di cumulabilità, infatti, non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili.