Assegno Unico a rischio: l’Europa bloccherà il sostegno da un momento all’altro: “La normativa viola il diritto dell’UE” | Cambiamenti imminenti
Bocciata iniziativa italiana riguardante l’Assegno Unico per figli a carico. Si parla di una multa salata per l’Italia.
L’Assegno Unico e Universale è un servizio erogato dall’INPS che permette alle famiglie con figli a carico di richiedere un assegno per il loro mantenimento, fino al compimento di 21 anni di età, e senza limiti di età per figli disabili a carico. È rivolto a lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati.
E’ rivolto alle famiglie che siano in possesso di ISEE valido. L’Assegno spetta con alcune condizioni: ogni figlio minorenne a carico e nuovi nati dal 7° mese di gravidanza; ogni figlio maggiorenne fino ai 21 anni ancora a carico perchè disoccupato, studente o lavoratore con reddito annuo inferiore agli 8 mila euro; ogni figlio disabile, senza limiti d’età.
Tuttavia, l’Assegno Unico resta sotto infrazione a livello europeo. La Commissione di Bruxelles formalizza la contestazione mossa contro la principale misura di sostegno per le famiglie, entrata in vigore a marzo 2022.L’ultimo osservatorio INPS ricorda che fra gennaio e settembre di quest’anno sono stati erogati 13,4 miliardi di euro.
La lettera inviata al Governo italiano che il servizio erogato viola il diritto dell‘UE in quanto non tratta i cittadini dell’UE in modo paritario, rappresentando quindi una discriminazione. In più, il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni come gli assegni familiari.
Qual è stato l’errore dell’Italia
La misura, così come è stata modificata da marzo 2022, darebbe diritto a ricevere il beneficio soltanto a persone che risiedono in Italia da almeno due anni — si legge della missiva — e solo se vivono all’interno della stessa famiglia dei loro figli. La Commissione Europea in una nota specifica che il parere è motivato e segue una prima lettera inviata all’Italia.
Tale lettera era una costituzione in mora inviata all’Italia nel febbraio 2023 a cui l’Italia ha risposto nel giugno 2023. La Commissione ritiene che la risposta non affronti in modo soddisfacente le sue preoccupazioni e quindi è stato inviato un parere motivato. L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie.
Cosa può succedere ora
A tutt’oggi non si hanno ancora ben chiare le direttive, perchè deve essere accolta ed esaminata la risposta italiana. Quindi, al momento si procede come già fatto in passato. Per i soggetti che hanno già beneficiato dell’assegno unico 2023 non è necessario presentare nuovamente la richiesta, mentre per gli altri basta rivolgere la domanda all‘INPS.
La data di erogazione dell’Assegno Unico familiare 2023 dipende dal momento in cui è stata inoltrata la domanda e, il calcolo degli importi viene effettuato sulla base dell’ultima attestazione ISEE più recente. Più nello specifico, il sussidio dell’assegno unico 2023 sarà erogato a partire dal mese successivo a quello in cui è stata trasmessa la domanda.