Riforma fiscale, il 2024 sarà un disastro: migliaia di euro persi per sempre | Superare questa soglia ti costerà carissimo
Italiani brava gente, ma sempre più poveri. La Manovra Finanziaria ha dei lati oscuri se non siete attenti.
Sebbene non siate economisti di fama internazionale, è evidente per tutti che, accontentare ogni cittadino in un paese devastato dalla crisi economica sia praticamente impossibile.
Le Manovre Finanziarie che si sono succedute negli anni, alla fine, sono come il gioco delle tre carte: si cerca di spostare a destra, quello che prima era a sinistra, ma alla fine i soldi sono quelli e sicuramente non ne appaiono altri per magia.
L’Italia è un paese in deficit e, sebbene il ministero dell’economia abbia dichiarato di poter ricavare ben 3 miliardi di euro dal taglio del cuneo fiscale, se ragionate su larga scala, questi soldi non sono niente.
Sicuramente i lavoratori dipendenti con redditi bassi vedranno aumentare di poco il loro potere di acquisto, ma la domanda che dovete porvi veramente è cosa accadrà a tutti gli altri italiani e dove si cela l’inganno nascosto nei dettagli.
Il trucco delle Manovre Finanziarie
Quando si parla di limatura delle tasse, tutti sorridono, perché sembra che finalmente avverrà una sorta di miracolo e lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta avranno pochissima differenza. Ed è proprio in questo concetto che si nasconde il famoso diavolo che sta nei dettagli, perché la riforma è stata calcolata su fasce e non sui redditi.
In un paese in crisi, non è assolutamente possibile non gravare su qualcuno, si possono spostare dei soldi per aiutare i ceti bassi, ma il problema è che il ceto medio non esiste più a fare da cuscinetto tra i super ricchi e i poveri, c’è solo una lunga serie di ceti medio bassi e, quindi, spostare fondi da una parte non permette di aiutare veramente tutti quelli che ne hanno bisogno, perché mancano fisicamente gli euro per soddisfare l’economia di un paese.
Il presidente dell’ufficio parlamentare di bilancio, Lia Cavallari, ha evidenziato il paradosso che si è generato
Calcolare un riforma su fasce di reddito fa cessare qualunque beneficio oltre la retribuzione lorda di 35.000 euro. Quindi, calcolatrice alla mano, se si supera questa soglia lorda, quindi stiamo parlando di uno stipendio netto di poco più di 20.000 euro annui, i lavoratori si troveranno con una cifra variabile dai 1.100 fino ai 1,900 euro in meno in tasca.
Se questa decontribuzione dovesse diventare permanente, sarebbe un disincentivo al lavoro, perché renderebbe molto difficoltoso il raggiungimento di un accordo contrattuale. Lo sbaglio sta nel fatto che l’aumento del salario lordo dovrebbe compensare la perdita del beneficio contributivo al netto, evento che invece non si verifica.