Caro benzina | La sentenza del TAR è un disastro per gli automobilisti: aumenti spaventosi, vincono i benzinai
L’esposizione del prezzo medio del carburante non sembra essere un valido supporto alla lotta all’inflazione.
Dal primo agosto di quest’anno i benzinai erano stati obbligati ad esporre il prezzo medio dei carburanti su cartelli posizionati accanto al prezzo di vendita. Ma fin dal primo momento è stato evidente che non stesse funzionando nell’evitare rincari. Anzi ha creato diversi disagi ai benzinai per via della scarsa organizzazione con cui è stata introdotta.
La regola sull’esposizione del prezzo medio era stata inserita in un decreto-legge andato in vigore il 31 marzo scorso, dopo varie polemiche per gli aumenti dei prezzi della benzina. Il Governo li avrebbe attribuiti soprattutto alle speculazioni dei benzinai, nonostante fossero dovuti principalmente alla rimozione totale dello sconto sulle accise.
Queste le premesse dell’introduzione di una misura che nelle intenzioni avrebbe dovuto aumentare la trasparenza e tenere i prezzi più bassi. In base alla norma i gestori dei distributori sulle autostrade avrebbero dovuto esporre il prezzo medio nazionale, mentre tutti gli altri quello regionale. I dati vengono forniti ogni giorno dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il cartello, quindi, è stato fonte di scontentezza e di protesta fin da subito. In funzione poco più di tre mesi ha svelato subito quali sono i suoi effetti reali: non incide sulle dinamiche dei prodotti raffinati e non incide sulla marginalità del sistema distributivo (né, va detto, lo potrebbe in nessuno dei due casi), e non “impone” alcun prezzo”.
Decisione a sorpresa del Tar del Lazio
Così si arriva alla decisione del Tar del Lazio che ha annullato questo Decreto. La sentenza è arrivata in seguito al ricorso presentato da due sigle sindacali dei gestori di distributori – Fegica (la Federazione gestori impianti carburanti e affini) e Figisc (Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti) – oltre che da alcuni esercenti.
Confconsumatori ha dunque invitato il ministro Urso a procedere ugualmente nelle misure di controllo, anche con l’introduzione dell’app con la rilevazione dei prezzi applicati da ogni singolo impianto, così da consentire al cittadino di scegliere il prezzo più basso. L’associazione ha fatto anche appello ai distributori indipendenti affinché lo espongano.
Quali svantaggi per i consumatori
Le Associazioni dei consumatori hanno sottolineato che la decisione del Tar del Lazio non produrrà alcun danno per chi deve fare benzina, perché l’introduzione della notifica del prezzo medio non ha in alcun modo contribuito a ridurre i prezzi. Ha aggiunto Massimiliano Dona, presidente Unione Nazionale Consumatori: “L’utilità verrebbe da un’app dedicata al controllo“.
Quest’ultima iniziativa potrebbe educare gli automobilisti a fare il pieno nel distributore meno caro della zona. D’altro canto Assoutenti ha invece detto che se i cartelloni con il prezzo medio saranno rimossi avvierà “verifiche a tappeto in tutta Italia per evitare che i gestori ne approfittino per aumentare i listini al pubblico di benzina e gasolio”.