Reddito di Inclusione, dopo l’RDC le famiglie sono ancora più in difficoltà: non immagineresti mai di quanto è diminuito l’assegno per alcune di loro
Il passaggio da Reddito di Cittadinanza ad Assegno di Inclusione comporta molti cambiamenti, spesso peggiorativi.
L‘assegno di inclusione è stato realizzato, in sostituzione del reddito di cittadinanza, con il preciso intento di rendere molto stretto e concreto il legame tra il sostegno economico riconosciuto ai soggetti in difficoltà e l’inserimento lavorativo. A fianco, è prevista l’istituzione del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa.
Con questo passaggio cambiano le regole per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, quel valore che viene utilizzato per quantificare l’importo dell’integrazione spettante al nucleo familiare, diventando più complesse. Per i minorenni conta l’età mentre per i maggiorenni, sono esclusi coloro che hanno possibilità di lavorare.
Per le famiglie più in difficoltà in cui vi siano componenti che non possono lavorare il decreto lavoro 48 del 4 maggio 2023, il nuovo sostegno economico – riconosciuto per un massimo di sette mesi – riguarda solo i nuclei in sui siano presenti: minori, disabili, over 60. Ci sarà l’obbligo di formazione e lavoro per gli “occupabili”.
Nel contempo, è in vigore dal 1 settembre 2023 il nuovo strumento chiamato “Supporto per la formazione e il lavoro” rivolto ai soggetti tra i 18 e i 59 anni che fanno parte di nuclei familiari diversi da quelli sopracitati con ISEE familiare non superiore a 6mila euro annui. Comprende un contributo fisso di 350 euro mensile per un massimo di 12 mesi.
Requisiti di spettanza
Possono accedere a questo nuovo servizio i nuclei familiari che possiedono cittadinanza e residenza nell’Unione Europea, con permesso di soggiorno o residenza in Italia per 5 anni. La famiglia richiedente deve avere un ISEE inferiore a 9.360 euro e un reddito inferiore ai 6.000 euro l’anno (7.500 se composta da età pari o superiori ai 67 anni o disabili).
Inoltre altri requisiti sono il valore del patrimonio immobiliare, non superiore a 30mila euro e per quello mobiliare non superiore a 6mila euro. Questi massimali sono ulteriormente incrementati di euro 5.000 per ogni componente in condizione di disabilità e di euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza presente nel nucleo.
Quanto si perde nel passaggio
Nel caso della persona singola si parte da 500 euro mensili in caso di reddito pari a zero. Con il Reddito di Cittadinanza era di 700 euro mentre con l’Assegno d’Inclusione sono 500. per ogni componente maggiorenne non occupabile si perdono fino a 200 euro al mese, mentre per i componenti maggiorenni con grave disagio se ne perdono fino a 50 euro.
Di fatto, si recuperano 50 euro invece per i componenti disabili gravi, mentre nel caso dei figli se ne perdono 25 per quelli che non hanno ancora compiuto i 3 anni e 50 euro per quelli più grandi. In ogni caso è stabilito un importo minimo pari a 480 euro annui.
Il beneficio è erogato per un massimo di 18 mesi con rinnovo di ulteriori dodici mesi.