IVA 2024, che disastro: il Governo fa un passo indietro clamoroso | Gli aumenti su questi prodotti sono già in arrivo, meglio fare scorta

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Riuscire a fare una spesa adeguata sembra un’utopia. Cosa dovete aspettarvi dal vostro prossimo futuro? Scopritelo qui.

Parole, parole, parole…recitava una bellissima canzone dell’indimenticabile Mina. Gli italiani sono abituati a sentire tante parole da tutti i governi, di tutti i colori che si sono susseguiti nel tempo. Promesse, aiuti, passi avanti e cambiamenti epocali sono sempre la poesia che viene ripetuta incessantemente da chiunque durante la campagna elettore.

E poi?

Il vuoto. L’Italia è quel bizzarro paese in cui le frasi dette in campagna vengono dimenticate con la stessa velocità con cui viene pronunciato l’enunciato Legge di Bilancio.

Non si vuole colpevolizzare nessuno, il paese ha un debito pubblico stimato del 142,9% in rapporto al PIL e non è mai riuscito a ridurre questo rapporto in condizioni favorevoli, è una malattia che l’Italia si trascina dagli anni 80 causata da tanti fattori: alti tassi d’interesse, bassa crescita economica, spesa pubblica eccessiva.

Cosa non funziona in Italia

Negli anni si è provato in ogni modo a ridurre questo peso sul paese, ma la crescita economica è debole e nonostante gli sforzi le tasse sono eccessive. Senza essere dei qualunquisti, il problema annoso che grava sulle spalle dei cittadini è il costo dell’amministrazione pubblica in generale, considerata la sua costante inefficienza e la sproporzionata burocrazia inutile che la accompagna.

Sono 40 anni che il paese ottiene vittorie di Pirro sulle spalle dei contribuenti e l’economia è alimentata dal debito e non dai salari, un tunnel che praticamente potrebbe non aver nessun tipo di fine, macroeconomicamente parlando.

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Il Governo fa marcia indietro rispetto alla passata Finanziaria

Alcuni prodotti sono stati di nuovo declassati come “non fondamentali” e l’ IVA salirà a partire dal 2024. Non ci sarà più Iva agevolata per prodotti che, in realtà, sono indispensabili, quindi si avrà un Iva del 10% sui prodotti alimentari per l’infanzia invece del 5% (mentre ad esempio i tartufi freschi restano con il 5%, dal momento che sono fondamentali per la nostra sopravvivenza) e tornerà l’Iva al 22% per i seggiolini o le tettarelle, beni notoriamente di lusso.

Non scordiamo anche l’aumento del prezzo per gli assorbenti igienici femminili, prodotti a cui una donna non può assolutamente rinunciare. Un cambio di rotta decisamente poco sensato, perché un paese consapevole di dover tagliare le spese della “RES PUBLICA” per saldare il proprio deficit, si accanisce su donne e bambini per recuperare cifre ridicole per lo Stato, ma assai gravose per la famiglia media.