Schede telefoniche, i cimeli vintage che valgono una fortuna: con una di queste ti compri una bella macchina nuova
C’era un volta la cabina telefonica, simbolo di un paese che manifestava apertamente la voglia di uscire dall’anonimato.
Il 10 Febbraio 1952 è una data importante per l’Italia, perché in piazza San Babila a Milano viene posizionata la prima cabina telefonica.
Finalmente il servizio telefonico avviato nell’800, non è più un bene riservato ai ricchi o qualcosa ad appannaggio dei bar dove, con grande generosità, il barista era un po’ il centralinista del paese e veniva a cercarvi, se qualcuno doveva comunicarvi qualcosa di urgente.
La cabina telefonica rappresenta la libertà, quanti amori giovanili si sono consumati in quel piccolo luogo chiuso, quando con un gettone si chiamava l’innamorato finalmente in privato senza dover per forza farsi scoprire dai genitori.
Con l’avvento dei cellulari si è persa questa poesia bucolica dell’uscire in strada per fare una telefonata e Superman non ha più un luogo dove cambiarsi per andare a salvare il mondo.
La cabina telefonica è architettura
Ricordi nostalgici a parte, le cabine sono parte integrante di una paese, basti pensare a quelle rosse ormai simbolo dell’Inghilterra quasi quanto la famosa “cup of tea”. Grazie a questo tempio della comunicazione, si sono creati degli oggetti appositi: il gettone, una moneta usata per telefonare, ma che veniva tranquillamente accettata al posto delle lire, e la scheda telefonica prepagata, proposta dal 1975 per la prima volta al mondo proprio nel nostro paese.
All’epoca, la Società Italiana per le Telecomunicazioni, che tutti conoscete come SIP, lanciò una campagna formidabile per le schede telefoniche, creandone sempre di nuove e colorate in edizione limitata, sicché negli anni 90 gli adolescenti iniziarono a collezionarle e a scambiarle.
Memorabilia di valore
Se siete dei collezionisti, sicuramente, sapete che il mercato delle vecchie schede telefoniche è sempre fervente e il valore delle tessere Sip o Telecom oscilla moltissimo in base alla tiratura, all’anno di emissione, all’appartenenza ad una data collezione o se sia usata o ancora con il credito intatto. Introvabile è la scheda chiamata Labirinto con una tiratura di soli 6.500 pezzi a causa della distruzione dell’invenduto voluto proprio dalla Telecom.
Le carte gialle e azzurre degli anni 70 possono valere anche 500 euro da nuove. Quelle degli anni 90 dedicate alle Pagine Gialle (altra grande memoria storica dell’Italia che fu), sono una collezione di 12 schede diverse, che pubblicizzavano l’enorme librone che conteneva tutti i numeri possibili, prima che internet fosse alla portata di tutti, che può esser venduta anche per 2.500 euro. Forse avete un tesoro dimenticato nei vostri cassetti.