Tari, stai pagando più di quanto dovresti: il 40% lo puoi risparmiare ma solo a queste condizioni | Presta attenzione
Risparmiare sulla TARI, la tassa sui rifiuti urbani, è possibile ed è più semplice di quanto si possa pensare.
Entro la fine dell’anno è prevista la scadenza del saldo della TARI – Tassa sui rifiuti solidi urbani. A tal proposito molti si stanno chiedendo come fare a pagarla meno. E, in risposta a questi quesiti, si può tranquillamente rispondere che esistono diverse modalità per riuscire a pagare in modo ridotto la tassa sui rifiuti tramite esenzioni, bonus e quant’altro.
L’importo da versare viene stabilito dagli enti locali che determinano anche in quante rate deve essere versata la somma, con l’ultima rata obbligatoriamente fissata entro la fine dell’anno. Diversi Comuni sono propensi a stabilire delle esenzioni: facoltative oppure obbligatorie. La TARI è formata di due parti: una fissa e una variabile.
La fissa tiene conto del costo del servizio, stabilita dal numero di componenti del nucleo familiare e dalla metratura dell’immobile. La parte variabile, invece, è dipendente dalla quantità dei rifiuti prodotti. La possibile riduzione è comunque calcolata sempre sulla quota variabile, poiché è proprio su di essa che si può determinare il risparmio.
Le riduzioni obbligatorie si applicano quando la raccolta rifiuti non è stata effettuata (-40%); il servizio raccolta rifiuti è stato interrotto per un periodo (-20%); raccolta differenziata (la riduzione dipende dal Comune); abitazioni di non residenti titolari di pensione estera (due terzi della tariffa).
Calcolo della quota variabile del Tari
Deve essere sempre effettuato il calcolo sulla quota variabile perché è proprio su di essa che si determina quando è possibile pagare di meno. Ogni Comune adotta criteri differenti per il calcolo Tari: in alcuni casi prendono in esame il numero di componenti del nucleo, in altri casi tengono in considerazione i coefficienti di produttività.
Le riduzioni sono a discrezione degli enti locali se applicarle o meno. Si riferiscono ad abitazioni che si utilizzano in maniera discontinua oppure hanno un solo residente. Si tratta di fabbricati rurali ad uso abitativo o di locali non a uso abitativo utilizzati in modo non continuativo oppure con proprietari all’estero.
Come non pagare la Tari
Per non versare assolutamente la Tari non basta non abitare nell’immobile. Bisogna dimostrare che effettivamente non c’è alcuna produzione di rifiuti, in quanto inutilizzabile. E’ necessario quindi che l’immobile sia privo di mobilio e di utenze domestiche. Sono escluse da Tari anche le aree scoperte pertinenziali o accessorie e le parti condominiali comuni.
Un discorso diverso merita invece la Tari sulla seconda casa utilizzata solo per pochi mesi all’anno. In questo caso la Tari si paga, ma in misura ridotta. Per i non residenti, che vivono per la maggior parte dell’anno in un’altra residenza, il Comune deve applicare una riduzione dell’imposta. In caso di mancata riduzione, è possibile presentare ricorso.