Emergenza lavoro, chi appartiene a questa categoria sta per diventare disoccupato: la voce terrorizza gli italiani
Un paradosso: di questi professionisti ci sarebbe bisogno, e in tanti si preparano per farne parte. Ma il rischio è quello di non lavorare.
C’è stato un tempo nel quale intraprendere una determinata carriera universitaria avrebbe portato con certezza al successo lavorativo. Aspiranti ingegneri, medici e uomini di legge avevano un futuro già segnato, fatto di guadagni certi, lavori stabili e soddisfazioni professionali.
Sono anni, però, che le cose sono radicalmente cambiate. Oggi, ad esempio, puntare a fare l’avvocato senza avere le spalle piuttosto coperte significa stringere i denti per anni, senza alcuna certezza sul futuro.
Gli ingegneri se la passano decisamente meglio, ma è pur vero che le migliori opportunità sono ormai fuori dal nostro paese, e chi resta in Italia è spesso costretto ad accontentarsi di un impiego di ripiego. Ma quale è, invece, la situazione per gli aspiranti medici? Anche in tal caso le cose non sono affatto rosee. Anzi.
Una delle figure professionali più importanti della nostra sanità pubblica, ruolo peraltro ambito da molti specializzandi, è quella del medico di medicina generale che svolge il servizio di medico di famiglia. Oggi, come sappiamo i medici di base o di famiglia soffrono molto spesso di un eccesso di assistiti – in alcuni casi oltre duemila pazienti pro capite -, il che genera situazioni di forte disagio per l’utenza.
Le criticità dei medici di base
Soprattutto nei grandi centri è assai facile trovare medici di medicina generale talmente pieni di pazienti da non riuscire a fornire un servizio assistenziale degno di questo nome.
Si dirà: quindi il percorso per poter svolgere tale professione, per chi ha la vocazione, sarà certamente agevolato. Beh, a guardare i dati e le proiezioni future, sembrerebbe proprio di no. Il rischio potrebbe essere proprio il contrario: molti aspiranti medici di famiglia potrebbero rimanere senza l’agognato lavoro.
Il futuro dei medici di famiglia
Dati, dicevamo. E allora: oltre il 42% dei medici di base italiani ha più di 1.500 assistiti; oltre il 50% dei medici di base attuali ha più di 60 anni. Ciò significa che a breve in molti andranno in pensione e che – senza nuove immissioni – la media pro capite di assistiti aumenterà necessariamente.
Ma nonostante le borse di studio, necessarie per avviarsi alla specializzazione in Medicina Generale, siano negli ultimi due anni aumentate – spiega Nino Cartabellotta della Fondazione GIMBE – esse possono coprire solo al massimo la metà del fabbisogno dei prossimi anni. E per chi ambisce a diventare medico di famiglia, tra test d’ingresso a medicina, cinque anni di corso di laurea, test d’ingresso per la specializzazione e un numero ristretto di posti disponibili (poco oltre i tremila l’anno), le speranze di realizzare il sogno si affievoliscono sempre di più.