Allarme alimentare, questo pesticida è presente in molte marche di pasta: butta tutto e corri ai ripari
La pasta italiana rischia di essere famosa non per bontà ma per nocività. Denunciata la presenza di elementi tossici.
Davanti ad un piatto di spaghetti al sugo o di mezze maniche alla pescatore la prima reazione è quella di attivare la salivazione, la classica acquolina in bocca. La pasta, si sa, è un ingrediente simbolo della cucina italiana, un fiore all’occhiello che porta vanto a tutta la Penisola, dalle Alpi alla Sicilia.
Importante però che sia prodotta a regola d’arte, con tutti gli standard igienico sanitari previsti dalle normative vigenti e che altrettanto scrupolosamente sia poi confezionata e distribuita, per evitare contaminazioni con parassiti o elementi estranei che possono inficiare la stessa salubrità del prodotto.
Accanto alle consuete ispezioni cui è sottoposto tutta la pasta, sia fresca che secca, in aggiunta per quest’ultima si moltiplicano controlli e passaggi atti ad accertare la sua genuinità e la buona qualità, poichè prodotta e confezionata in quantità maggiori e, se di grosse marche, spesso diffusa su tutto il territorio nazionale.
Il caso sollevato in questi giorni, però, fa vacillare il mito italico della buona pasta, perchè un nuovo test svizzero su 18 pacchi di pasta di vario genere e marca, prodotte sia con grano coltivato tradizionalmente sia con metodo biologico, ha evidenziato che quattro di queste presentavano tracce di glifosato.
Cos’è il glifosato e dove si può trovare
Il glifosato è una sostanza chimica impiegata principalmente negli erbicidi che in agricoltura combattono le piante infestanti che competono con le colture e può essere trovato anche in frutta e verdura o bevande come tè o birra. Le quantità rilevate nelle marche testate erano però di livello molto basso e sempre nei limiti di legge.
L’ipotesi primaria è che ci sia stata una miscelazione fra grani italiani e grani extracomunitari, ai quali siano rimasti attaccati residui di glifosato. Molti produttori per esempio importano grano dal Canada, zona fra Manitoba e Alberta, dove esistono praterie coltivate a grano e dove è legale l’uso massivo del glifosato.
Cosa fare per tutelarsi
Importante prima di tutto leggere le etichette delle confezioni di pasta, nelle quali è specificato per legge la quantità di grano italiano impiegato per la produzione. Poi, cercare di consumare prodotti che siano biologicamente testati, prodotti con grano biologico, che, al momento, non ha dato segni di contaminazione.
Infine, è consigliabile continuare a raccogliere informazioni, seguendo i media sull’argomento, soprattutto i più autorevoli, per evitare facile allarmismo e cercare una affidabile e confermata base informativa. Una volta individuata la marca ritenuta più affidabile, usare sempre quella ma continuando a monitorarla per sicurezza.