Spesa, carrelli più cari che mai: c’è un solo colpevole e non è l’inflazione
Nel 2023 e nel 2024 i prezzi continueranno a salire e il carrello della spesa rischia di restare parzialmente vuoto.
Il caro vita frena i consumi e l’erosione dei risparmi incide sul paniere della spesa, la guerra in Ucraina ha indebolito la già fragile economia europea e, se non ci sarà un inversione di tendenza, in questo secondo semestre molti miliardi di euro in meno saranno spesi per il benessere della popolazione.
A inficiare il tutto ha contribuito l’altissima inflazione che ha un rientro più lento di quanto era stato preventivato e le scelte di consumo sono penalizzate dal fatto che il capitale delle famiglie non può più esser intaccato come all’inizio della crisi per continuare a mantenere lo stesso tenore di vita.
La BCE ha contribuito aumentando i tassi di interessi dei mutui, decisione presa per contrastare l’inflazione, ma che ha influenzato la capacità di spesa, impattando negativamente sulla crescita economica.
Il potere di acquisto sta profondamente diminuendo, in soli due anni ogni italiano ha perso circa seimila euro a causa dell’inflazione, dei rincari e dei danni causati dal cambiamento climatico imperante.
Cosa accadrà nell’immediato futuro?
I problemi che la popolazione deve affrontare non sono solo di natura economica, perché la BCE ha emanato un dispaccio di previsione, secondo cui nell’ultimo trimestre del 2023 è previsto il fenomeno de El Niño, avvenimento climatico periodico legato all’incremento delle temperature dell’Oceano Pacifico, che provoca inverni freddi e secchi a Nord e umidi nel Sud. Ogni aumento di decimo di grado porta con sé conseguenze catastrofiche a livello globale. Le conseguenze dell’arrivo del Niño si sommano al global warming, provocando danni ingenti a causa di un esponenziale aumento del clima.
Questo fenomeno porta alla distruzione della biodiversità marina a causa del surriscaldamento delle acque ed è quasi sempre presagio di eventi deleteri come incendi forestali o precipitazioni improvvise e copiose inarrestabili. Questo autunno così mite è la risposta al freddo dello scorso anno quando La Niña si é presentata alle nostre porte. A causa di questi fattori climatici è probabile che il 2024 vedrà aumentare vertiginosamente i prezzi delle forniture e dei generi alimentari di base.
Quali sono le colture a rischio?
I prezzi delle materie prime, come grano, mais, soia, zucchero e caffè, potrebbero subire aumenti con oscillazioni in percentuale dal 9% al 12%. Basti pensare che nell’anno corrente il cacao ha subito un aumento del 47%. La coltivazione più a rischio é sicuramente quella del riso, perché, qualora le temperature si elevino con conseguente siccità, l’acqua, fondamentale per la crescita di questo cereale, non sarebbe sufficiente a garantire un raccolto.
Questa anomalia termica, avrà conseguenze importanti sul caro prezzi dei generi alimentari, gettando le famiglie nello sconforto. Basti pensare che facendo una media del 10% di aumento rispetto allo scorso anno, ogni famiglia italiana mensilmente spenderà duecento euro circa in più solo per gli alimenti.