Lavoro e salute, gli scienziati scoprono una correlazione preoccupante: milioni di persone in pericolo

lavoro e salute
Un preoccupante dolore al petto – finanzarapisarda.com

Uno studio canadese, confermato anche da specialisti italiani, mette in guardia su un grave pericolo per la salute dei lavoratori.

Capacità di lavorare sotto stress“. Si legge molto spesso, negli annunci di lavoro, questa richiesta specifica e, se vogliamo, anche un po’ bizzarra. Per quale motivo si dev’esser capaci di lavorare stressati? La questione, come vedremo tra un attimo, ha implicazioni molto serie.

Lo stress, oggi, viene visto come un fattore fisiologico dell’ambiente lavorativo, un elemento di contesto con cui sarebbe sostanzialmente necessario convivere. Se non sei capace di lavorare sotto stress, sembrano suggerirci i recruiter, non hai la soft skill necessaria per svolgere praticamente qualsiasi mansione.

Ma ritorniamo alla domanda: perché dovremmo esser capaci di lavorare sotto pressione? Perché non potrebbe esser possibile semplicemente lavorare sereni? E magari anche soddisfatti professionalmente e realizzati economicamente? Quanto ci guadagneremo in termini di salute, psichica e fisica?

E’ questo, effettivamente, il punto centrale su cui ruotano le riflessioni collegate ad un lavoro scientifico recentemente pubblicato da una rivista canadese: Psychosocial Stressors at Work and Coronary Heart Disease Risk in Men and Women: 18-year Prospective Cohort Study of Combined Exposures. Lo stress causato dal lavoro, soprattutto se si guadagna poco, aumenta addirittura il rischio di infarto.

Stress e infarto

Lo studio appena citato ha fatto emergere una correlazione molto preoccupante, che coinvolge milioni di lavoratori: quella tra pressione lavorativa e corrispettivo economico insufficiente. Lavorare tanto, magari in modo precario, mal pagati ma con grandi responsabilità, genera ovviamente un’aumento maggiore dello stress rispetto a chi ottiene – per lo stesso impegno profuso – ricompense economiche importanti.

Uno stress così alto ha elevate probabilità di andare a condizionare negativamente la buona funzionalità del nostro sistema cardio-circolatorio. Questo emerge dopo aver attentamente studiato – per ben 18 anni – circa 6.500 impiegati di età media, non affetti da patologie cardiache pregresse.

Rischio infarto a lavoro
Defibrillatore in ufficio – finanzarapisarda.com

Il rischio e la possibile soluzione

Lo studio ha dimostrato come per i soggetti maschili, quelli più predisposti, il rischio infarto sia aumentato del 49%. Una percentuale veramente preoccupante, che richiede al più presto di prendere qualche misura preventiva precauzionale.

Due sono le vie, a quanto pare, che possono far regredire questa tendenza pericolosa. La prima è quella di poter garantire al lavoratore condizioni tali da mantenere un costante equilibrio tra vita privata e professionale. La seconda strada percorribile ha più a che fare con le scelte politiche dei governi, e riguarda l’eventuale introduzione di un salario minimo costituzionale, tale da eliminare alla radice l’esistenza del lavoro provero.