30mila euro in arrivo per chi vuole allargare la famiglia: la novità arriva dal Governo e fa tutti contenti | Come ottenerli
L’Italia non fa figli, siamo in inverno demografico e urgono incentivi per la natalità. Una proposta interessante è il reddito d’infanzia.
Conosciamo tutti quanti piuttosto bene la situazione da qualche anno. Le famiglie italiane tradizionali, tipiche degli anni Cinquanta, nelle quali i figli potevano essere assai numerosi, non esistono più.
Oggi, in sostanza, non si fanno più bambini, e la situazione, per il futuro, può apparire a qualcuno decisamente allarmante. I motivi che stanno dietro al cosiddetto “inverno demografico” sono piuttosto semplici da comprendere. Far nascere, crescere e mantenere un figlio è un costo che, oggi, con il lavoro sempre più precario e mal pagato e con le spese costantemente in crescita, in pochissimi possono permettersi.
Figuriamoci quindi se è pensabile, per una famiglia italiana giovane, pianificare addirittura più gravidanze. Ed ecco che la stragrande maggioranza dei nuclei familiari ha al massimo un solo bambino. E ad oggi non si vedono, per il futuro, scenari che possano modificare l’attuale quadro.
Per chi fa dell’italianità un valore, chiaramente tutto ciò si rivela essere un problema molto serio. Il rischio è infatti che a popolare il nostro paese in futuro siano altri, ossia i cosiddetti “nuovi italiani“, i figli e i futuri nipoti degli immigrati che approdano oggi sulle nostre coste.
Il reddito d’infanzia
Fratelli d’Italia, il partito di destra che guida la coalizione di governo, molto sensibile al tema, ha così proposto una misura specifica per agevolare le future nascite. L’iniziativa è stata denominata “Reddito d’infanzia“, al quale dovrebbe poi seguire un “Assegno di gioventù“.
Nello specifico, l’idea sarebbe quella di garantire, per il secondo figlio, un contributo di ben 400 € mensili per sei anni, a tutti quei nuclei familiari che abbiano un reddito non superiore ai 90.000 €. Quindi, un bonus di ben 28.800 € a famiglia, che accompagnerebbe il secondogenito dalla nascita al compimento del sesto anno di età.
L’assegno di gioventù
Ma è chiaro che le spese – per una famiglia – non cessano quando il bambino compie sei anni. Ed ecco che dovrebbe intervenire un’ulteriore misura: l’assegno di gioventù. Si tratterebbe, in questo caso, di un contributo di 250 € al mese, da corrispondere per ben 18 anni: dai sette anni ai venticinque anni di età del secondogenito.
Ciò significa altri 54.000 € che, sommati a quanto sarebbe percepito con il reddito d’infanzia, ci portano alla strabiliante cifra di 82.800 €! E’ ovvio che una proposta del genere, se pur allentante per gli eventuali percettori, non sembra affatto avere le carte in regola per passare il vaglio economico. Ma il fatto che se ne discuta è un sintomo interessate, e probabilmente qualcosa in tale senso si dovrà pur fare.