Assegno unico, novità per la detrazione dei figli a carico: i criteri di calcolo sono molto diversi | Cosa sapere
Sono state introdotte tante novità per le detrazioni sui figli a carico: ecco le nuove regole da seguire per calcolare le detrazioni da applicare nella dichiarazione dei redditi.
I contribuenti che stanno compilando la dichiarazione dei redditi per l’invio entro il prossimo 2 ottobre 2023 devono far fede alle istruzioni che ha fornito l’Agenzia delle Entrate a proposito del Modello 730/2023., in particolare sulle detrazione.
L’importo della detrazione per i figli a carico sono il reddito e la composizione della famiglia. Si può accedere ad uno sconto Irpef basato sul pagamento delle spese che sono state sostenute per i propri figli, anche nel caso in cui abbiano raggiunto la maggiore età.
I figli vengono considerati a carico dei genitori quando non superano una particolare soglia di reddito, in particolare 2.840,21 euro di reddito, indipendentemente dall’età e 4.000,00 euro di reddito fino al raggiungimento dei 24 anni.
L’introduzione dell’assegno unico ha modificato la procedura per il calcolo della detrazione dei figli a carico, secondo quanto stabilito dall’articolo 12 del TUIR, noto anche come il Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
Come si calcola la nuova detrazione per i figli a carico
Dal 1° marzo 2023 la detrazione per i figli a carico viene riconosciuta solo per i figli che abbiano compiuto almeno 21 anni. Per i figli di età minore c’è bisogno di presentare un’apposita domanda all’Inps. Prima di marzo 2022, i contribuenti avevano diritto ad uno sconto sull’imposta pari ad almeno 950 euro per ogni figlio, anche quando sono stati adottati o presi in affidamento. Per il nuovo calcolo i parametri di riferimento, invece, sono i seguenti:
- per ogni figlio di età inferiore a tre anni bisogna considerare una detrazione di 1.220 euro;
- per ogni figlio con disabilità di età superiore a tre anni vale una detrazione 1.350 euro;
- per ogni figlio con disabilità di età inferiore a tre anni la detrazione arriva a 1.620 euro.
Le detrazioni devono essere aumentate di 200 euro nel caso in cui i figli a carico siano più di tre, mentre la detrazione di 950 euro spetta esclusivamente per i figli a carico che abbiano compiuto almeno 21 anni. La detrazione per i figli a carico deve essere ripartita tra i genitori non separati al 50% per ciascuno. In seguito ad accordo tra le parti è possibile che l’intero ammontare della detrazione venga attribuito al soggetto con il reddito complessivo più alto per evitare che il genitore con il reddito più basso risulti incapiente.
Detrazioni per figli a carico per genitori separati o vedovi: come funziona
Per i genitori separati, invece, la detrazione spetta unicamente al genitore affidatario che ne potrà usufruire al 100%. In caso di affidamento congiunto la detrazione spetta nella misura del 50% ciascuno, ma è possibile stabilire un accordo differente. Se un genitore risulta essere fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione spetterà al 100% ad uno solo dei genitori.
Prendiamo poi in considerazione il caso di figli di un contribuente rimasto vedovo che, una volta che si è risposato, non si sia poi legalmente ed effettivamente separato e i figli di genitore che non è legalmente ed effettivamente separato. L’Agenzia delle Entrate stabilisce che si ha diritto per il primo figlio alla detrazione prevista per il coniuge a carico in mancanza dell’altro genitore perché deceduto o perché non ha riconosciuto il figlio o ancora per i figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente se non si è risposato o se risposato si è legalmente ed effettivamente separato.