Buoni postali, se non hanno questo dato puoi ottenere il rimborso e ricevere una barca di soldi: controlla bene
Attenzione a questo dato sui Buoni Postali. È capace di fruttare molto.
Quando si parla di denaro, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui la crisi e i pressanti rincari che hanno colpito tutti i settori, compreso quello alimentare, bisogna prestare molta attenzione, onda evitare possibili spiacevoli sorprese. Quando poi si parla di Bonus e Super Bonus, che il Governo sia passato che attuale continua a indire, la faccenda si complica.
Le circolazioni monetarie, al di là della loro destinazione, devono in primis essere monitorate con precisione assoluta. Non per nulla quando andiamo a fare l’estratto conto del nostro conto corrente, sia esso postale che bancario, è possibile vedere tutti i movimenti di denaro che sono avvenuti si di esso anche delle più piccole cifre.
In poche parole tutto è registrato, come in una sorta di scatola nera. Arrivando ora al nocciolo della questione, ovvero su ciò che riguarda i movimenti di denaro, altra cosa che deve essere molto chiara sono le date. Questo è quel che è accaduto ad una coppia italiana qualche tempo fa.
Madre e figlia avevano effettuato investimenti su buoni postali tra il 2007 e il 2008 ed era stato presentato loro un buono con una scenda di 5 anni. Quando poi la figlia è andata molti anni dopo ad effettuare la riscossione, ha appurato che invece i buoni avevano una scadenza di 18 mesi. Ergo si è trovata innanzi a tempistiche poco, o per nulla, chiare.
L’importanza delle date di scadenza
Stando a quanto affermato da Poste Italiane, tali buoni erano stati prescritti poiché era trascorso troppo tanto tempo, ma la mancanza si potrebbe dire imperdonabile. E parliamo di quella di una precisa data di scadenza sullo stesso buono. Le due donne pertanto, trattandosi di denaro, non hanno affatto demorso e hanno deciso di andare fino in fondo.
Si trattava di una causa intentata dove la cifra che andava restituita loro era pari a 8000€. La causa fu rigettata in un primo tempo ma a seguito, vista l’insistenza della due il giudice si impegnò a ricercare degli elementi che rendessero poco chiara la faccenda tramite la consultazione del buono . Alla fine fu decretato che era poco chiara la data di scadenza.
Un dato che deve sempre possedere la massima chiarezza
Poste Italiane venne obbligata dunque a rendere la massima chiarezza sulla data di scadenza da quel preciso istante e costretta a rimborsare l’intera cifra. Un ruolo chiave fu svolto in questo caso da Confconsumatori, che ora si dichiara a fianco di tutti i clienti onde evitare di trovarsi nuovamente in simili spiacevoli situazioni.
La decisione del tribunale dunque risultò un vero e autentico punto di riferimento per i diritti di tutti i risparmiatori. La cosa dunque di grande importanza .E ribadiamo pertanto che non deve assolutamente mancare di chiarezza la data di scadenza. I risparmiatori sono dunque tutti quanti invitati a verificare sempre la chiarezza di tale dato. Se manca o se è approssimativo la Posta può passare seri guai.