Peste suina, il virus è arrivato negli allevamenti italiani: cosa significa in termini di salute ed economici
Si ritorna a parlare di peste suina, e i rischi per l’economia del nostro paese sono davvero grandi. Cerchiamo di spiegarne il perché.
A volte ritornano. La Peste Suina Africana, di tanto in tanto, torna a far capolino dalle nostre parti. L’ultimo avvistamento – prima di quello dei giorni scorsi – risale, per quanto ne sappiamo, a maggio dell’anno scorso, nel Centro Italia, fortunatamente privo di serie conseguenze.
La Peste Suina Africana trae la sua denominazione dall’area geografica dove – per la prima volta – tale forma epidemica è stata riconosciuta: il continente africano. Il primo caso accertato risale al 1921, in Kenia, ma si tende a retrodatarne la comparsa addirittura al 1907.
La malattia, altamente contagiosa, è causata da un virus che colpisce i suini – maiali e cinghiali in primis – e, va detto subito, non comporta alcun pericolo per l’uomo, né attraverso il contatto diretto né attraverso l’alimentazione. Di problemi però, in ambito soprattutto economico, ne genera assai.
Negli ultimi mesi il virus si è ripresentato in forma particolarmente aggressiva nel pavese, tanto da aver infettato ben quattro allevamenti. La particolare situazione venutasi a creare al Nord è, si dice, conseguenza di un mancato tempestivo contenimento dell’infezione. La presenza di suini selvatici in zona ha poi accelerato la diffusione della peste.
La situazione ad oggi
Il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana Vincenzo Caputo, nominato lo scorso 25 febbraio 2023, ha appena predisposto un piano straordinario di eradicamento del virus, puntando su un massiccio intervento di depopolamento dei cinghiali, soprattutto nelle zone di allevamento suinicolo.
E’ previsto infatti l’abbattimento di più del doppio dei cinghiali mediamente eliminati ogni anno, ben 612 mila. Oltre a questa misura, che dovrebbe vedere impegnato anche lo stesso esercito, dovrebbe anche essere disposto il sequestro di tutti gli allevamenti infettati. Già si intuisce che tutto questo avrà conseguenze pesanti in ambito economico.
Le conseguenze per l’economia
Ad oggi le stime dei danni, diretti ed indiretti, all’economia del settore, riportano valori che si aggirano nell’ordine del miliardo di euro all’anno. Potrebbe sembrare, questa, una cifra elevata, ma si consideri che in ballo c’è anche tutto l’indotto degli allevamenti, come ad esempio una buona fetta dell’industria cerealicola, che produce cibo per i suini.
La necessità di agire velocemente adesso è soprattutto dovuta all’obiettivo di evitare una ulteriore spiacevole conseguenza, la quale si potrebbe verificare nel caso l’epidemia dilagasse ulteriormente. Nel caso in cui, infatti, la piaga non si arrestasse, ciò che il nostro paese rischia è il totale blocco dell’export dei prodotti suinicoli.