Conguaglio 730, cosa devi sapere sullo strumento che aiuta i pensionati
Conguaglio 730, questo grande sconosciuto per i più. Quel che c’è da sapere su questo strumento che aiuta i pensionati.
L’argomento pensione è certamente uno dei più caldi in questa torrida estate 2023. Se da un lato, soprattutto sui Social, sempre più diventati grande vetrina per tutti, ci si lamenta che molti giovani di oggi non ci arriveranno nemmeno un domani, ci sono tanti pensionati che si lamentano di un assegno mensile troppo basso.
Per la verità qualche aumento c’è stato, specie per quel che concerne le minime, ma non quanto basta per vivere una vita dignitosa. Del resto la crisi e rincari, che hanno toccato tutti i settori e che imperversano pure nel nostro Paese, non accennano a fermarsi. Settembre è alle porte e per quel mese sono previsti pure altri importanti aumenti.
La preoccupazione è alta, anche perché molti pensionati necessitano di una mano, soprattutto per assistenza fiscale. Anche quest’anno è attivo questo tipo di servizio, rivolto ai pensionati per quel che concerne in conguaglio 730. A operare il conguaglio 730 a credito o debito è l’INPS. E fa solo nell’ipotesi in cui nell’anno della presentazione della Dichiarazione Dei Redditi sussista un reale rapporto di sostituzione di imposta con il contribuente.
Indifferentemente, lo diciamo subito, onde evitare fraintendimenti inutili, il rapporto di sostituzione non incorre in nessun modo da erogazioni esenti da imposte. Nel contemporaneo la suddetta sostituzione non opera neppure se la prestazione già erogata si sia interrotta in una data antecedente al 1 aprile 2023.
Conguaglio 730, chi lo fa e cosa serve
Inoltre, affinché l’Ente possa effettuare il famoso conguaglio 730 serve una retribuzione imponibile ai fini Irpef. Per avere tutte le affermazioni necessarie l’INPS deve ricevere la trasmissione del tutto tramite l’Agenzia Delle Entrate soprattutto nei modelli 730/4 . E solo a seguire che i conguagli saranno effettuati sulle prestazioni erogate al dichiarante.
Capite bene che l’Inps gestire solo le risultanze contabili del già citato modello 730/4 ma a una sola condizione. Quale? Quelal che nell’anno 2023 il dichiarante percepisca una prestazione imponibile ai fini Irpef. Parliamo per esempio di pensione di vecchiaia, nonché di reversibilità o ancora di indennità di disoccupazione NASpI.
Cosa succede se il dichiarante è deceduto
Se così non fosse ma il dichiarante fosse in possesso solo di una prestazione assistenziale l’INPS deve mettere in atto il diniego. Venendo alle parti più pratiche, se dovesse capitare il decesso del dichiarante dopo aver già avviato le pratiche necessarie per ottenere il famoso conguaglio, possono verificarsi due situazioni ben differenti.
La prima è che gli importi a debito non trattenuti dall’INPS dovranno necessariamente e obbligatoriamente versati dagli eredi all’Agenzia delle entrate eccetto gli acconti sulle Imposte del 2023. Infine, ricordiamo che le somme di credito non rimborsate e riportate nella CU 2024, potranno pure essere oggetto della Dichiarazione dei Redditi 2024 per conto della persona deceduta o da parte degli eredi.