Passare da comunione a separazione dei beni è possibile: l’unico metodo per farlo è questo
Comunione o separazione dei beni? Che cosa si opta quando si compie il gran passo? E soprattutto come passare da uno stato all’altro? Ti viene in aiuto un procedimento.
Se si decide di dire il sì più bello, sia con rito civile, che religioso, quando si fa visita, previo appuntamento, all’ufficio anagrafe del Comune dove si vuole celebrare il matrimonio, oltre a portare i vari documenti richiesti, è necessario decidere se optare per la comunione o la separazione dei beni.
Se in passato era praticamente impossibile avere tale possibilità, visto che il patrimonio dei coniugi era sempre unito e la donna, una volta sposata, non ne possedeva più uno, ora c’è una grande possibilità in questa direzione. Adesso infatti è possibile compiere tale scelta in totale libertà, comunione o separazione, e pensarci molto bene, soprattutto se si hanno della attività, magari anche in comune, o se si possiede Partita Iva.
Tuttavia è sempre d’uopo chiedere consigli mirati, soprattutto al nostro commercialista di fiducia, che saprà sempre aiutarci in tale direzione. C’è ora tuttavia una lieta novella che scalderà i cuori dei più. Questa scelta di regime patrimoniale, non è definitiva, ma può essere cambiata. Del resto può capitare, nel corso della vita, di cambiare idea e capire che la scelta presa un tempo non sia più quel che vogliamo per il futuro.
In tale direzione ci viene in aiuto uno procedimento che è bene conoscere per non ritrovarsi alla sprovvista nel momento del bisogno. Si tratta di una procedura piuttosto semplice, che però possiamo mettere in atto solo grazie all’assistenza di un professionista e non da soli. Inoltre chiariamo che ci permetterà di passare con una certa disinvoltura e in maniera rapida sia dalla comunione alla separazione dei beni, sia viceversa.
Passare dalla comunione alla separazione dei beni, necessario un professionista
Ciò lo posiamo fare in qualsiasi momento all’interno del matrimonio. Tuttavia se pensiamo di cambiare il regime patrimoniale per prendere per il naso i creditori, ci sbagliamo, dal momento che essi possono agire sul patrimonio in comune. Pertanto se vogliamo passare dalla comunione alla separazione può essere contestato dagli stessi entro 5 anni, se visto come un ostacolo per soddisfare il credito.
Inoltre può anche essere annullato senza se e senza ma. Ed è per questo motivo che visto che la vita sa essere imprevedibile sia nel Bene che nel Male, sarebbe opportuno secondo molti esperti evitare fin da subito di condividere il proprio patrimonio con il proprio marito e/o la propria moglie, soprattutto se uno dei due ne possiede uno nettamente cospicuo rispetto all’altro.
La procedura da seguire
Nulla poi vieta che l’altro voglia poi aiutare in un momento di difficoltà il/la partner, ma non perché obbligato. Per poter cambiare, in ogni caso, in assenza di debiti il regime patrimoniale bisogna essere entrambi d’accordo. Bisognerà poi affrontare delle spese visto che è necessario rivolgersi al notaio. Senza il quale non sarà possibile in alcun modo intervenire sul proprio patrimonio.
Il professionista formalizzerà un atto pubblico in presenza di due testimoni per poi trascriverlo nei registri immobiliari se tutti e due possiedono regimi immobili. Entro 30 giorni in cui viene stipulato l’atto, il notaio deve chiedere l’annotazione a regime nell’atto di matrimonio. Si occuperà del cambio di proprietà e dei beni in comune. A questo punto arriverà la comunicazione tramite atto all’Agenzia Delle entrate e bisognerà comunicare il cambiamento alla propria banca, che provvederà a porre in atto i cambiamenti richiesti.