Supermercati, occhio a non farti ingannare: cercano di raggirarti in questo modo e non lo sai
I supermercati sono organizzati secondo criteri scientifici, con lo scopo di vendere di più. Scopriamo le tecniche psicologiche della GDO.
Qualsiasi sia il supermercato nel quale ci rechiamo, possiamo osservare alcune “invarianti” caratteristiche. Intendiamo cioè dire che praticamente ovunque, in qualsiasi store della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) da noi frequentato, alcune cose non cambiano mai.
Facciamo alcuni esempi. Quando si entra in un supermarket, la prima cosa che incontriamo è la frutta e la verdura. Sempre. L’ultima area dello store – altrettanto regolarmente -è invece adibita allo stoccaggio delle bevande: acqua, vini, birre e altre bibite.
Di regola, inoltre, vicino alle casse, è sempre presente un assortimento variopinto di caramelle, gomme da masticare ed altri snack veloci da consumare. La domanda quindi sorge spontanea: quale è il motivo per cui tutti i supermercati sono sostanzialmente uguali? Sì, talvolta alcune merci sono distribuite diversamente, ma nel complesso lo “schema” è sostanzialmente identico.
Non si tratta, come è facile immaginare, di una semplice coincidenza. Il motivo per cui il percorso di acquisto negli store è sempre lo stesso è legato a ben precise tecniche di marketing. Il termine tecnico per questo tipo di strategia di vendita è “shelf marketing“, ossia “marketing dello scaffale”.
Strategie di shelf marketing
Il “marketing dello scaffale” consente di posizionare la merce in modo tale da provocare determinate reazioni di acquisto da parte del consumatore. Come esempio banale, osserviamo che in genere in ogni scaffale le marche più note o “alla moda” sono sempre posizionate all’altezza degli occhi, mai troppo in basso o troppo in alto. Una scelta che ovviamente non è casuale.
La posizione del reparto frutta e verdura all’ingresso dello store è anch’essa frutto di un calcolo ben preciso. Si tratta di un comparto in genere piuttosto costoso, verso il quale spenderemmo meno se avessimo il carrello già pieno di beni. Con il carrello vuoto, invece, il problema non si pone.
Ecco perché si spende sempre di più…
Analogamente, porre le bevande – che sono beni pesanti ed ingombranti – al termine del nostro percorso di acquisto, è un modo per non farci smettere di comprare troppo presto.
Cosa succederebbe infatti se avessimo sin da subito il carrello pieno di acqua vino e bibite? E’ ovvio che di tutto il resto compreremo meno. Ci rimarrebbe solo un piccolo spazio per uno snack premiante, a fine tour, grazie alla invitante offerta opportunamente posizionata a ridosso delle casse…