Pensione, queste persone possono solo sognarla fino a 71 anni: la triste verità
Sono tantissimi i lavoratori che vedranno la propria pensione non prima dei 71 anni. Scopriamo chi non può averne diritto prima.
Se è vero che, ad oggi, l’età pensionabile di vecchiaia è fissata a 67 anni, non tutti i lavoratori, anche prossimi a tale età, potranno effettivamente vedersi in quiescenza entro così breve tempo.
In molti dovranno aspettare diversi anni ancora prima di vedere l’agognato assegno previdenziale. E il motivo è presto detto. Esso è legato all’introduzione del cosiddetto sistema contributivo, entrato in vigore a partire dal 1 gennaio 1996. Una rivoluzione – rispetto al sistema retributivo precedente – che ha cambiato radicalmente le cose.
Con il vecchio sistema retributivo, infatti, si andava in pensione a prescindere da quanti anni si aveva effettivamente lavorato. E l’importo dell’assegno era semplicemente tarato sul valore delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro. Tutto ciò era possibile perché si viveva in una situazione di equilibrio tra lavoratori attivi e pensionati.
Oggi un sistema del genere non è più sostenibile, dato che i pensionati sono molti di più che nel passato e vivono anche più a lungo. Il sistema contributivo ha stravolto il vecchio sistema, stabilendo che ciascuno di noi andrà in pensione sulla base di quanto ha effettivamente versato negli anni.
Pensione di vecchiaia e anni di contributi versati
La pensione di vecchiaia oggi, come detto, è fissata a 67 anni. Ma non basta l’età anagrafica raggiunta per poter ricevere l’assegno previdenziale. E’ infatti necessario anche aver maturato almeno vent’anni di contributi versati. Se questa condizione non è rispettata – ad esempio a causa di lunghi periodi di inattività o a seguito di contratti lavorativi non congrui – il pensionamento non scatta.
Ma non è tutto. I lavoratori in forza a partire dal 1 gennaio 1996, ai fini di ricevere l’assegno di quiescenza a 67 anni, debbono poter contare su un valore dello stesso non inferiore ad una volta e mezzo l’importo dell’assegno sociale.
In pensione a 71 anni
La finestra successiva per ottenere la pensione di vecchiaia – se i requisiti di cui sopra non sono rispettati – è per l’appunto quella relativa ai 71 anni. Raggiunta tale età, l’importo pensionistico sarà erogato a prescindere dagli anni di contributi versati, a patto però che siano almeno cinque.
E per chi non avesse neanche cinque anni di contributi versati? In tali casi, già a 67 anni, è prevista l’erogazione dell’assegno sociale, il quale è un sussidio – non una pensione – e, per il 2023, ammonta a poco più di 500 € al mese.