Rottamazione, altro che strumento salvifico: in questi casi non conviene affatto ma nessuno lo sa

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Fino al 30 giugno era possibile presentare la domanda di adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali: ecco cosa bisogna sapere rispetto a questa modalità di pagamento.

Sono molti i contribuenti che hanno preferito non aderire alla rottamazione quater delle cartelle esattoriali perché non hanno considerato questo tipo di sanatoria conveniente nei loro confronti e, in effetti, ci sono casi in cui questa scelta non conviene.

La rottamazione si presenta come un’occasione rivolta a chi vuole regolarizzare la propria situazione debitoria nei confronti del Fisco potendo usufruire di un cospicuo sconto sul debito da pagare, ma questo non comporta solo dei vantaggi.

Tra gli svantaggi della rottamazione c’è l’impossibilità di presentare ricorso per la stessa cartella esattoriale per cui si presenta la domanda. Inoltre la richiesta di adesione interrompe immediatamente i termini di prescrizione.

A scoraggiare i contribuenti rispetto alla rottamazione quater c’è anche l’importo particolarmente elevato delle prime due rate, con scadenze fissate al 31 luglio e del 30 novembre 2023: due versamenti con cui saldare il 20% del debito totale.

Svantaggi della rottamazione: quando questa scelta non conviene

La rottamazione delle cartelle esattoriali prevede la scelta di un piano di rateazione che si snoda attraverso un massimo di 16 rate residue a cadenza trimestrale: tutte le rate che seguiranno alle prime due, di importo definito maxi, quindi più cospicue, avranno un importo del 5% del debito totale. C’è da considerare che nel caso di un importo del debito abbastanza cospicuo le rate sono molto difficili da sostenere, soprattutto per le famiglie che hanno difficoltà economiche.

I contribuenti che si troveranno a pagare entro il 31 ottobre una rata di importo pari al 10% del debito complessivo vanno incontro ad una vera e propria mazzata. Dopo neanche un mese, poi, si troveranno a fare i conti con una rata dello stesso importo. Un bel problema per chi presenta problemi di liquidità nel reperire i soldi necessari a saldare queste due tranche, step necessari per proseguire nel cammino della rottamazione.

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Conseguenze del mancato pagamento nel caso della rottamazione quater

Questa modalità di saldo del debito contratto nei confronti del Fisco non permette molta tolleranza: ogni rata, infatti, può essere pagata fino a 5 giorni dalla scadenza. In caso contrario decade totalmente il beneficio legato alla scelta della rottamazione. Nel momento in cui si salta uno dei pagamenti, si annulla l’intera procedura.

A quel punto le somme già versate nei confronti del Fisco verrebbero trattenute come acconto. Nel caso in cui il beneficio dovesse decadere si dovrà tornare a pagare il debito originario e non si potrà contestarlo neanche in caso di eventuale prescrizione.