Reddito di cittadinanza, bruttissime notizie in arrivo per queste categorie: la dura verità
Dal 1 gennaio 2024 scatterà il nuovo sussidio sostitutivo del Reddito di Cittadinanza. Chi rimarrà penalizzato? Scopriamolo assieme.
Lo sappiamo già da un bel po’, essendo una delle principali promesse della scorsa campagna elettorale di Fratelli d’Italia. Il Reddito di Cittadinanza, così come lo abbiamo conosciuto, scomparirà a fine anno, sostituito dal 1 gennaio prossimo dal nuovo Assegno di Inclusione.
La nuova misura, così come definita nel Decreto Lavoro 2023, rimane uno strumento economico adibito all’inclusione sociale e professionale, ma ha – rispetto al vecchio Reddito – delle sostanziali differenze. Al centro della revisione del sussidio c’è un concetto che a qualcuno ha fatto storcere la bocca, perché taglia fuori dall’aiuto una grande fetta di cittadini: stiamo parlando del requisito di occupabilità.
In sintesi, la misura a sostegno dei nuclei familiari tende ad escludere quelle situazioni nelle quali il soggetto richiedente, o un suo familiare, sia da considerarsi occupabile. Per “occupabile” si intende una persona in grado di collocarsi sul mercato del lavoro e di mantenere, nel tempo, una occupazione.
Va detto che anche il Reddito di Cittadinanza, in linea di principio, distingueva tra occupabili e non occupabili. Ma con l’Assegno di Inclusione tale distinzione è rafforzata al punto da considerare non ammessi all’agevolazione coloro che, sostanzialmente, sono in grado di lavorare.
Chi non percepirà l’Assegno di Inclusione?
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali precisa che l’Assegno di Inclusione verrà erogato a quei nuclei familiari con almeno un componente:
- disabile;
- minorenne;
- ultrasessantenne;
- seguito dai Servizi Sociali territoriali.
A rimanere completamente fuori dall’istituto saranno pertanto tutti quei nuclei familiari – anche in stato di elevata povertà – composti da persone tra i 18 e i 60 anni in buona salute. E ciò a prescindere, com’è intuibile, dal rispetto dei requisiti economici richiesti, ossia – per i single – un ISEE non superiore al valore di 9.360 € e un reddito inferiore ai 6.000 € annui.
Giovani e stranieri penalizzati
Ad esser penalizzati saranno sicuramente i giovani, single o appena sposati, i quali non potranno a nessun diritto – se occupabili – accedere al sostegno dell’Assegno di Inclusione. Fino ad oggi costoro avrebbero ricevuto almeno all’incirca 500 € mensili.
Un’ulteriore categoria di persone sicuramente in maggiore difficoltà saranno i cittadini stranieri, residenti nel nostro paese da almeno cinque anni. Essi sono infatti tra coloro che hanno nuclei familiari più numerosi, per i quali il RdC prevedeva un aumento dell’assegno erogato in proporzione al numero dei figli. Da gennaio però, avere uno o cinque figli non impatterà di per sé più nulla sul valore dell’importo erogato, essendo condizionato esclusivamente dalla presenza di disabili, minori ed anziani.