Stai pensando di prendere un periodo di aspettativa sul lavoro? Ecco per quali motivi puoi farlo e per quanto tempo.
Quando si parla di aspettativa sul lavoro si parla di un periodo di assenza sul lavoro giustificato, periodo in cui il lavoratore dipendente è esonerato dalla prestazione del proprio servizio.
In questi caso il lavoratore può assentarsi senza rischiare di perdere il proprio posto di lavoro e senza incorrere in provvedimenti disciplinari.
Durante il periodo dell’aspettativa il lavoratore continua ad essere un dipendente della propria azienda, ma il rapporto di lavoro risulta sospeso.
L’aspettativa viene considerata come una modalità di flessibilità lavorativa che permette a chi lavora di risolvere delle questioni personali senza rischiare il licenziamento.
L’aspettativa sul lavoro non è un diritto universalmente riconosciuto, ma la sua concessione dipende dalle esigenze dell’azienda e dalle disponibilità organizzative della stessa. Generalmente l’aspettativa dal lavoro può durare al massimo due anni in tutto l’arco della vita lavorativa del soggetto, ma questo periodo può essere anche frazionato, in base alle esigenze e alle motivazioni.
Esistono due tipologie di periodo di aspettativa: l’aspettativa può essere retribuita e in questo caso il lavoratore dipendente ha diritto a ricevere almeno una parte dello stipendio, in alcuni specifici casi, ma può essere anche un’aspettativa non retribuita, in cui il dipendente non riceve alcun tipo di retribuzione durante il periodo di assenza dal lavoro.
Tra le varie motivazioni per le quali può essere concessa l’aspettativa sul lavoro ci sono anche le esigenze di formazione: l’art.5 della Legge n. 53 del 2000 consente la possibilità per il lavoratore dipendente di poter chiedere un periodo di aspettativa. Ci sono dei requisiti da rispettare, come ad esempio l’aver accumulato almeno cinque anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda. L’aspettativa può essere richiesta per il completamento della scuola dell’obbligo, per il conseguimento del titolo di studio di secondo grado, del diploma universitario o di laurea o per la partecipazione ad attività formative diverse da quelle finanziate dal datore di lavoro.
L’aspettativa dal lavoro per esigenze di formazione può essere richiesta per un periodo non superiore a 11 mesi che possono essere anche frazionati: durante questo periodo il dipendente conserva il proprio posto di lavoro ma non ha diritto ad alcun tipo di retribuzione. Per quanto riguarda l’aspetto contributivo, invece, la legge prevede la possibilità per il dipendente di procedere al riscatto contributivo del periodo di aspettativa non retribuita.