Pessime notizie, a partire da luglio, per alcuni percettori dell’assegno unico o per chi dovesse ancora presentare la richiesta.
L’assegno unico è una novità piuttosto recente. Istituito con il Decreto Legislativo n.230 del 21 dicembre 2021, esso non è altro che il sostegno economico universale per le famiglie con figli a carico.
Tutte le famiglie con figli minori, a prescindere dallo status economico, hanno diritto ad un bonus mensile di almeno 54,05 € a figlio. Se il figlio ha tra i 18 ed i 21 anni, studia e non lavora, l’importo è almeno pari a 27 €. Sottolineiamo che le cifre qui indicate valgono per tutti i nuclei familiari.
Per ottenere importi più consistenti, è necessario che il richiedente presenti la richiesta accompagnata dal proprio ISEE. Per i nuclei familiari con l’Indicatore della Situazione Economica inferiore ai 16.215 €, spetta infatti un assegno decisamente più corposo: 189,20 € per figlio minore e 91,90 € per figlio maggiorenne. La cifra dell’assegno tende a ridursi all’aumentare del valore ISEE, sino a stabilizzarsi ai minimi con Indicatore superiore a 43.240 €.
A queste cifre va eventualmente aggiunta una maggiorazione, nel caso in cui l’assegno unico fosse penalizzante rispetto a quanto si sarebbe percepito nel regime precedente alla riforma. Ma cosa succede a partire da luglio per chi dovesse ancora presentare la domanda?
Sino allo scorso 30 giugno era possibile ottenere – se presentata la domanda ex novo o aggiornata in base al proprio ISEE – anche gli arretrati relativi ai mesi di marzo, aprile, maggio e giugno. Dal 1 luglio questa opportunità non è però più disponibile.
Da adesso in poi, per chi presenta una nuova domanda ovvero intende aggiornare la propria situazione – per la nascita di un ulteriore figlio o per un mutamento delle proprie condizioni economiche – l’assegno verrà versato a partire dal mese successivo a quello della presentazione, senza alcun diritto agli arretrati.
Ma chi rischia la perdita degli arretrati? Fortunatamente, fanno sapere fonti anonime dell’INPS, la platea coinvolta è piuttosto ridotta. Riepilogando, possiamo considerare penalizzate le famiglie che ad oggi non hanno presentato alcuna istanza per l’ottenimento dell’assegno, pur avendone diritto.
Oltre a queste, anche i nuclei in ritardo con la presentazione dell’ISEE 2023 risultano colpiti dal mancato riconoscimento degli arretrati: da marzo a giugno costoro hanno infatti percepito soltanto la quota minima dell’assegno (54,05 €), pur avendo magari diritto ad importi ben superiori. Infine vengono penalizzati anche coloro che non hanno fatto a tempo a presentare l’ISEE corrente il quale – a seguito di cambiamenti socio-economici importanti – avrebbe loro consentito di percepire altre cifre.