Rottamazione, questa mancanza ti fa perdere ogni diritto: meglio rimediare subito
Rottamazione delle cartelle esattoriali? Ecco cosa devi fare una volta che la tua istanza sarà accettata dall’Agenzia Entrate Riscossione.
Sono scaduti i termini per la presentazione delle domande di rottamazione quater delle cartelle esattoriali: adesso tocca all’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Il concessionario dovrà rispondere ai contribuenti che hanno presentato domanda, accettando o respingendo l’istanza e concedendo le rate per poter saldare il debito.
Secondo il progetto iniziale della rottamazione quater inserito nell’ultima Legge di Bilancio sono previste un numero massimo di 18 rate a cadenza trimestrale.
In fase di presentazione della domanda il contribuente avrebbe dovuto indicare in quante rate avrebbe avuto intenzione di saldare il suo debito.
Rottamazione quater delle cartelle esattoriali: scadenze delle rate slittate
All’interno della richiesta di rottamazione si è scelto se procedere al pagamento in una soluzione unica o se dilazionare il pagamento in un determinato numero di rate a scelta del contribuente o nel numero di rate massimo previsto dalla normativa vigente. Prima che si prorogasse il termine di presentazione delle domande al 30 giugno, le scadenze delle prime due rate erano previste entro il 31 luglio 2023 ed entro il 30 novembre 2023: queste prime due rate dovevano coprire il 20% del debito complessivo in rottamazione. Queste le scadenze previste per le altre 16 rate del 5% ognuna: 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre degli anni 2024, 2025, 2026 e 2027.
Con la nuova scadenza tutto è slittato perché la risposta da parte dell’Agenzia delle Entrate non arriverà ai contribuenti in tempo per la prima rata, prevista per il 31 luglio prossimo. Dal punto di vista delle altre scadenze tutto è rimasto come prima e sono cambiati solo i tempi di risposta dell’Agenzia, che slittano al 30 settembre.
Cosa succede a chi non paga le rate della rottamazione richiesta
In base alle nuove date la prima rata passa al 31 ottobre 2023 e va pagata obbligatoriamente: in caso contrario sarebbero annullati tutti gli sconti ottenuti sulle sanzioni e sugli interessi e il debito tornerebbe allo stato iniziale. Esiste una sorta di soglia di tolleranza che permette ai contribuenti di pagare entro i primi 5 giorni dalla scadenza senza incorrere nella decadenza dalla rottamazione.
La seconda rata è in scadenza il 30 novembre e le conseguenze di un mancato pagamento sono le medesime: si perde il diritto alla rottamazione. Questo discorso va fatto su ogni rata successiva. La decadenza della rottamazione arriva anche per chi ha pagato solo la prima rata e non la seconda: in questo caso il debito torna all’origine e la rata già pagata viene considerata un acconto sul totale dovuto.