Intelligenza artificiale, puo’ farti guadagnare ma solo se la usi così: occhio a non commettere errori | Ti costano caro
L’intelligenza artificiale, se usata bene, non è poi così pericolosa. Essa può addirittura farci guadagnare qualche soldo in più.
La cronaca di qualche settimana fa ha evidenziato come l’intelligenza artificiale (AI) possa rappresentare – se usata in modo non congruo – anche un possibile pericolo.
L’uso del chatbot denominato ChatGPT, punta avanzata dell’AI linguistica, è stato bloccato per qualche giorno in Italia per sospetta violazione dei dati, a seguito di una dettagliata denuncia del Garante della Privacy. Nello stesso periodo, un influente manipolo di personalità del mondo della finanza, della scienza e della cultura a livello globale ha chiesto una moratoria allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, considerata foriera di sconvolgimenti disastrosi addirittura per la democrazia.
Tutto questo allarme sembra al momento rientrato, lasciando solamente ancora aperto il tema relativo alla “fine del lavoro umano”, a causa della sua sostituzione da parte di algoritmi e robot sempre più sofisticati.
Al di là di tali cupe e poco probabili previsioni, quel che appare certo è che l’AI sicuramente tenderà a stravolgere sempre di più il nostro ordinario modo di vivere e lavorare. Ma non è detto che ciò sia necessariamente una cosa negativa. Vi sono infatti possibili sviluppi nell’uso dell’intelligenza artificiale che potrebbero garantirci addirittura importanti guadagni.
Come guadagnare con l’intelligenza artificiale
Gli ambiti nei quali l’AI può facilmente “fare la differenza” sono numerosi. Facciamo qualche semplice esempio. Investire nei mercati finanziari tramite l’ausilio di una intelligenza fredda e calcolatrice può sicuramente aiutare a muoversi trascurando la propria emotività, che come è noto è nemica dell’investimento efficiente.
Per chi pratica un po’ di internet marketing esiste inoltre la possibilità di sfruttare l’AI per ottimizzare in chiave SEO i propri contenuti. Infine, sono ormai gli stessi contenuti – che siano immagini o testi è indifferente – che possono tranquillamente essere generati dall’intelligenza artificiale.
Attenzione: l’intelligenza artificiale è… artificiale!
A prescindere da quale sia il campo nel quale intendiamo applicare con profitto i servigi dell’AI, non dobbiamo però mai commettere un errore fondamentale. Non va mai dimenticato cioè che l’intelligenza artificiale, pur sofisticata che sia, rimane pur sempre un calcolo.
L’assenza della componente emotiva – anche se a prima vista non sembra una cosa rilevante – può essere in realtà un enorme fattore di debolezza. Per fare un solo esempio, basti riflettere sul fatto che RankBrain, l’algoritmo core di Google – che ovviamente è un esempio di AI – è in grado di distinguere perfettamente i contenuti generati da umani da quelli sviluppati da eventuali chatbot. E penalizzare pesantemente questi ultimi nelle SERP (Search Engine Results Pages). La cosa migliore da fare, quindi, a prescindere da quale sia l’utilizzo che ne vogliamo fare, è controllare sempre il suo operato approfonditamente: nulla – almeno per adesso – riesce a essere preciso quanto un occhio umano esperto.