Le tasse sullo stipendio nascondono un segreto che fa accapponare la pelle: paghi più di quanto pensi
Ogni mese i dipendenti pagano alcune tasse direttamente in busta paga: ecco quali sono e a quanto ammontano queste tasse obbligatorie.
I lavoratori pagano le tasse direttamente sullo stipendio: all’interno della busta paga sono presenti delle voci ogni mese che richiamano ad una tassazione generale, estesa per tutti i dipendenti, cioè l’imposta Irpef e delle sue addizionali.
Il sostituto d’imposta applica allo stipendio l’Irpef dovuta nei confronti dell’Erario, ogni mese, insieme alle relative addizionali, che sono addizionale comunale all’Irpef e addizionale regionale all’Irpef. La percentuale delle addizionali varia in base alla Regione e al Comune di residenza del lavoratore.
L’Irpef è una tassa progressiva che aumenta con l’aumentare del reddito: non è uguale per tutti i dipendenti, ma si tratta di un’aliquota che varia in base allo scaglione di reddito in cui rientra il proprio reddito complessivo annuo.
Come si applica l’Irpef in busta paga? Gli scaglioni Irpef annuali vengono divisi per 12 e si ottengono gli scaglioni mensili e così si determinano le aliquote percentuali che andranno applicate sullo stipendio lordo.
Doppie tasse per i dipendenti italiani: busta paga e conguaglio
Per ottenere l’importo dell’imponibile fiscale su cui applicare le tasse bisogna partire dall’imponibile previdenziale e sottrarre a questa cifra i contributi previdenziali che sono dovuti dal dipendente. L’Irpef è attenuata dalle detrazioni per lavoro dipendente e dalle eventuali detrazioni per familiari a carico.
La busta paga nasconde un segreto che pesa sulla tasche degli italiani: il lavoratore paga le tasse due volte. In particolare la tassazione sul reddito avviene in due momenti, in busta paga per la prima volta e poi in un secondo momento, nel caso in cui sia presente la necessità di un conguaglio derivante dalla dichiarazione dei redditi con modello 730 o Redditi. Nel caso in cui il lavoratore abbia altri redditi soggetti ad Irpef la tassazione potrebbe essere maggiore di quella applicata in busta paga: altri redditi, infatti, fanno aumentare l’imponibile e possono causare un cambio dello scaglione di reddito nel quale si è compresi. Il cambio di scaglione comporta una variazione dell’aliquota percentuale Irpef applicata sui redditi.
Trattenute sullo stipendio: le tasse e i contributi specifici per alcuni settori
L’Irpef non è l’unica tassa che pesa sulla busta paga, ma non è l’unica imposta che segna la differenza tra stipendio lordo e netto. La somma che il dipendente percepisce mensilmente in modo reale deriva da tutte le trattenute obbligatorie per legge che intaccano la retribuzione. Sulla busta paga vengono trattenuti dallo stipendio anche altri importi, come i contributi Inps a carico del lavoratore, che ammontano al 9,19% per alcuni lavoratori e al 9,49% per altri, e si calcolano sull’imponibile previdenziale.
Chi lavora nel settore terziario è tenuto a corrispondere anche un contributo Ebcm, destinato a finanziare gli enti bilaterali del settore. Anche i docenti di scuola primaria e dell’infanzia sono sottoposti ad una trattenuta sulla busta paga: si tratta di una trattenuta Enam, un ente ormai soppresso, che pesa sullo stipendio per circa 200 euro l’anno.