Affitto, chi rientra in queste categorie non può essere sfrattato a prescindere da ciò che fa
Alcuni inquilini non hanno motivo di temere lo sfratto: ecco le categorie che non possono essere costrette ad abbandonare una casa che hanno affittato.
Essere locatori di un appartamento vuol dire avere a che fare con una serie di responsabilità a cui far fronte. Ci si può ritrovare spesso con inquilini che possono creare più di un problema, come ritardi nel pagamento dell’affitto.
Quando l’affitto non viene pagato per diverso tempo si avvia la procedura di sfratto, che richiede alcune tempistiche e non è immediata. Esistono delle eccezioni all’azione dello sfratto.
In particolare nei casi in cui non viene corrisposto l’affitto da mesi e i proprietari vogliono sgomberare l’appartamento, ci sono alcune categorie di soggetti che non possono essere mandati via di casa con facilità.
Alcune categorie di affittuari risultano protette e i tempi per procedere ad uno sfratto si allungano notevolmente: in tutto questo tempo necessario il proprietario resta privato del pagamento dell’affitto che continua a non essere corrisposti.
Categorie protette in caso di sfratto: chi non può essere cacciato di casa
Le categorie di inquilini che non possono essere sfrattati nell’immediato sono quelle che comprendono anziani e minori. Pensiamo, ad esempio, a ragazzi che hanno meno di 18 anni e che non possono essere lasciati per strada, deve essere trovata prima una nuova sistemazione. Spesso i servizi sociali intervengono anche economicamente saldando i debiti dei minori che non possono più pagare l’affitto e pagando al proprietario della casa gli affitti arretrati.
Anche per gli anziani si opera in modo piuttosto delicato: chi ha più di 70 anni non può essere cacciato di casa da un giorno all’altro prima che abbia trovato un altro posto in cui stare. Anche in questo caso, quindi, i tempi per lo sfratto si allungano notevolmente.
Cosa può fare il locatore per chi non paga l’affitto
Cosa succede quando un inquilino non versa regolarmente l’affitto? Il locatore in linea di massima può procedere allo sfratto già dopo 20 giorni. Prima di agire si passa all’invio di una diffida da parte dell’avvocato per stabilire se esistono modi alternativi per risolvere la situazione. In caso contrario si procede fissando una prima udienza: questo processo richiede circa un mese e durante questo tempo gli inquilini possono comunque restare a casa.
Quando si arriva all’udienza, poi, le persone che rischiano di perdere la casa possono chiedere di avere altri 90 giorni per trovare i soldi per saldare il proprio debito. Nel caso in cui questo non avvenga, alla seconda udienza ci si trova poi a dover sgomberare la casa senza ulteriori indugi. Le cose si complicano ulteriormente nel caso sia presente una persona con disabilità: in questo caso non è possibile procedere allo sfratto senza essere certi di aver trovato un’altra sistemazione.