Il 30 giugno è una data importante per molte scadenze fiscali: ecco a cosa bisogna prestare attenzione.
L’Irpef, abbreviazione di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è una tassa dovuta dai contribuenti che percepiscono reddito, sia come lavoratori dipendenti che autonomi.
Il calcolo dell’Irpef avviene in base alla dichiarazione dei redditi, attraverso il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche.
Attraverso la dichiarazione annuale si sommano tutti i redditi imponibili a livello fiscale e si determina a quanto ammonta l’Irpef dovuta dal contribuente.
Questa tassa deve essere versata direttamente dall’interessato secondo un sistema di acconto, per il quale sono previste una o due rate, e saldo.
Ci sono delle precise scadenze annuali per il pagamento dell’Irpef che riguardano il saldo dell’anno precedente, in questo caso il 2022, e l’acconto relativo all’anno in corso, in questo caso il 2023. L’acconto Irpef per il 2023 è dovuto se l’imposta totalizzata l’anno precedente è superiore a 51,65 euro, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze.
L’acconto può essere versato all’erario in una o in due rate, in base all’importo dovuto: è possibile prevedere un solo versamento, entro il 30 novembre 2023, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro o sono previste due rate se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro. Nel caso in cui il pagamento sia previsto in due rate la prima rata di acconto, pari al 40% del totale, dev’essere versata entro il 30 giugno prossimo, con possibilità di proroga di 30 giorni e di rateizzare l’importo. Il restante 60% dell’acconto sarà dovuto entro il 30 novembre 2023, senza possibilità di proroga o rateizzo.
Per chi dovesse versare la prima rata di acconto nei 30 giorni successivi è prevista una maggiorazione delle somme dello 0,40% a titolo di interessi. Per quanto riguarda la rateizzazione del primo acconto, la somma può essere versata in rate mensili di pari importo con una maggiorazione dello 0,33% mensile (4% annuo). Il pagamento deve concludersi entro novembre secondo questo schema: la prima rata deve essere versata entro il 30 giugno o 30 luglio, mentre le rate successive devono essere versate alla fine di ciascun mese successivo.
L’acconto è calcolato sulla base dell’imposta dell’anno precedente. Nel caso in cui la dichiarazione non sia stata presentata, l’acconto è determinato sulla stessa base di calcolo che si sarebbe applicata nel caso in cui fosse stata presentata la dichiarazione dei redditi. Questo secondo il metodo storico. Esiste anche il metodo previsionale, secondo il quale se il contribuente ritiene che l’imposta dovuta per l’anno in corso sarà inferiore o nulla, rispetto a quella dell’anno precedente, può versare un acconto inferiore o addirittura nulla. Questo tipo di versamento può risultare insufficiente e deve quindi essere corretto in un secondo momento.