Paradisi fiscali, ti sbagli di grosso se pensi di poterti muovere liberamente al loro interno: c’è un rischio che nessuno conosce
Si sente sovente parlare, o meglio chiacchierare, dei cosiddetti paradisi fiscali. Ma sono veramente così? Attento perché rischi grosso se ci dai troppo credito!
In un momento di grande crisi economica che ha toccato tutti quanti i Paesi, compreso il nostro, gli imbroglioni, nonché in malviventi e gli evasori fiscali aumentano ogni giorno. Anche i pagamenti in nero soprattutto tra liberi professionisti sono sempre più numerosi e le fatture talora sono un autentico miraggio.
Si cerca di risparmiare dove si può, ma anche di fare i furbetti. Tuttavia, quando si viene beccati e ciò capita il più delle volte, si passano guai seri. Si devono pagare multe salatissime e riscontare problemi di non poco conto con la Legge. Insomma, tutto ciò sarebbe da evitare come la peste. Ma veniamo al nocciolo della questione che certamente vi starà maggiormente a cuore…
Sia al Cinema che nelle fiction, che vanno davvero forte in TV, sentiamo parlare di paradisi fiscali. Si chiamano tali perché qui possiamo godere, secondo i racconti, di grandissime agevolazioni e vivere una vita più serena e appagante sotto diversi punti di vista. In poche parole possono essere ritenuti tali quei Paesi in cui vige un regime di tassazione molto basso, per non dire in certi casi addirittura nullo.
Tuttavia è doveroso specificare che quest’ultimo si applica ai soggetti stranieri, per invogliarli a stabilirsi in loco, comunque per appoggiare lì le loro basi per le loro attività commerciali o di natura patrimoniale. Al momento, nella lista di tali Paesi rientrano: Samoa Americane, Anguilla, Dominica, Fiji, Guam, Palau, Panama, Samoa, Seychelles, Trinidad, Isole Vergini Americane, Vanatu e Oman.
Occhio a non fare i furbi!
Detto ciò, sappiate che la fiscalità internazionale non riguarda solo le persone fisiche, ma pure imprenditori e le grandi imprese. In caso di insediamento all’estero possono nascere problematiche per l’appunto di fiscalità internazionale che possono essere strettamente connesse ai criteri di collegamento del reddito.
Inoltre possono essere collegate al tax planning, oppure a tutte quelle discipline come per esempio la transfer pircing, o ancora alla Normativa CFC. Ed è qui che si possono verificare dei casi di problematiche di elusione o di vera e propria evasione fiscale transfrontaliera. Ergo, i Governi di tutto il mondo hanno iniziato a drizzare le antenne con l’ obiettivo precipuo di accantonare in definitiva paradisi fiscali.
I rischi sono fonte di controlli mirati
Inoltre vogliono allontanare in men che non si dica le pratiche di pianificazione fiscale aggressiva poste in essere da alcuni gruppi multinazionali. Per evitare i furbacchioni, dal 20 maggio 2015 è stato adottato un nuovo e puntuale quadro giuridico, che riguarda al 100% l’antiriciclaggio di denaro, nonché il terribile contrasto del finanziamento del terrorismo.
Nel mirino c’è soprattutto l’approccio basato sul rischio. Dunque le situazioni che presentano in modo particolare uno di essi troppo elevato a livello di riciclaggi o di finanziamento del terrorismo, possono immediatamente trovare giustificazione nell’applicazione di misure ben rafforzate. Se si tratta invece di rischi più ridotti possono essere messi in atto controlli meno rigorosi.