Aumento di 400 euro in busta paga e smart working: se appartieni a queste categorie di lavoratori ecco una buona notizia
400€ in più in busta paga per chi attua lo smart working. La categoria che lo riceverà. Quel che c’è da sapere,
Quando è arrivata la prima pandemia, complici i lockdown, in molti hanno iniziato a lavorare in smart working. Terminato poi l’allarme molti datori di lavoro e svariate aziende, hanno comunque deciso di mantenere questa forma di lavoro, se non per tutti, almeno per alcuni dipendenti.
In altri casi sono stati proprio i lavoratori a chiederlo espressamente, almeno per alcuni giorni o periodi dell’anno. Ciò ha quindi cambiato in maniera molto forte la concezione del lavoro, soprattutto per chi è un dipendente. Difatti ad oggi sono ancora tantissimi liberi professionisti che lavorano direttamente da casa propria dove hanno creato un loro studio.
Detto ciò, ora c’ una lieta notizia per un gruppo di lavoratori sempre dipendenti e che operano tutt’ora in smart working. Infatti si stanno per aggiungere in busta paga degli aumenti decisamente consistenti. Si tratta di più di 400€, quindi quasi come una sorta di part time. La cifra esatte è di 435€. Oltre a ciò si sta parlando anche di un aumento di giorni sempre in smart working.
A fare queste nuove richieste, decisamente accattivanti e assai interessanti, è la FABI, ovvero la Federazione Autonoma Bancari Italiani che è anche il più importante sindacato del settore. Dunque le richieste fondamentali fatte dal sindacato sono sostanzialmente due ma di grandissima importanza.
Le risposta di Intesa e di Unicredit
Non riguardano solo una maggiore flessibilità a livello di ore, anche attraverso lo smart working, ma anche un aumento salariale pari a 435€. Ritornando al chiacchieratissimo smart working, è doveroso sottolineare che con il precedente contratto erano previsti un massimo di 10 giorni al mese, mentre secondo un nuovo accordo fresco fresco e concordato con Banca Intesa se ne intendono 30 o 12o all’interno di un anno.
Dal canto suo dunque Banca Intesa sembra essere interessata ad andare incontro anche all’aumento di salario in busta paga, così come a proporre la settimana corta che passerebbe da 5 a 4 giorni. Più oculata parrebbe Unicredit. Quest’ultima non dice no a un aumento contrattuale, ma semplicemente vorrebbe metterlo in atto in maniera ben più graduale. Step by step, insomma!
Le dichiarazioni dei rispettivi AD
Dal canto suo il leader della FABI Lando Maria Simeoni, ha voluto dare una sferzata alla situazione, anche in maniera piuttosto dura. “Lo sappiamo che parte della banche presenti in ABI si preparano a dire che 435€ sono troppi, ma io dico fin da ora, su questo farò le barricate, mi dimetto.”. Dal canto suo l’AD di Intesa Carlo Messina ha dato la massima disponibilità al riguardo.
Ha infatti sostenuto che: “Con un utile netto di 7 miliardi di euro, non ho il coraggio a guardare in faccia le persone e dire che mi metto a negoziare sugli alimenti.” Andrea Orcel, AD di Unicredit, ha invece dichiarato: “Abbiamo una serie di cose che ci fanno essere diversi, assumiamo, non chiudiamo sportelli, investiamo in training. Siamo la banca che in Italia paga meglio già e che ha aumentato Bonus, Premi e produttività più di tutti”.