Obbligazioni, sta cambiando tutto: se hai puntato su di loro preparati al peggio

Brutte notizie per  gli investitori, i mercati globali sono attualmente in preda alla tensione, con rendimenti di aumento ed aspettative di rialzo dei tassi di interesse previsti per il prossimo futuro.

A causa del sentimento così negativo tutti gli investitori si stanno rapidamente allontanando dai titoli di Stato, soprattutto dopo l’annuncio dell’unione tra Bank of Canada e Reserve Bank of Australia nell’obiettivo di aumentare il costo del denaro.

Poiché le politiche monetarie sono ancora molto aggressive, nel futuro si intravedono non solo una probabile recessione, ma anche dei scarsi risultati nella lotta all’inflazione. Gli Stati infatti si sono ritrovati fortemente indebitati e la loro situazione non sembra poter migliorare nel breve termine.

I rendimenti dei titoli di Stato a breve termine, come i Trasury statunitensi, hanno raggiunto nel frattempo livelli che non si vedevano da tempo, così come anche il Btp italiano ed il Bund tedesco.

A causa di questa instabilità però si potrà assistere ad un aumento della volatilità degli asset di rischio globale e, esattamente come accaduto lo scorso anno, gli investitori stanno cominciando a preoccuparsi anche per i beni rifugio tradizionali.

Cosa accadrà nel futuro delle obbligazioni

Colin Graham, stratega di Robeto ha dichiarato: “La Reserve Bank of Australia ha sfidato le previsioni degli economisti per aumentare nuovamente il tasso di cassa questa settimana, il che potrebbe esercitare maggiori pressioni sulla Banca centrale europea, sulla Federal Reserve statunitense, sulla Bank of Japan e sulla Bank of England. Le aspettative per luglio sono ora passate da un previsto taglio a un previsto aumento per la Fed”.

La lotta all’inflazione rimane comunque l’interesse principale delle banche centrali, causando però di conseguenza dei seri problemi agli Stati, i quali non riescono più ad emettere il debito, abbassando di conseguenza il valore dei bond.

La decisione dell’OCSE

Secondo l’OCSE, ovvero l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, una situazione del genere risulta insostenibile nel lungo periodo, in quanto per ridurre i prezzi  le banche centrali dovranno continuare ad alzare i tassi di interesse, rallentando al contempo la crescita dell’economia dei paesi ed i consumi dei cittadini.

L’economista Diana Iovanel, del Capital Economics ha commentato la situazione così: “Con l’inflazione che si è dimostrata più ostinata di quanto pensassimo, ora pensiamo che la banca centrale manterrà il suo tasso di riferimento più alto più a lungo di quanto avevamo previsto in precedenza”.