Il Bonus estate non spetta a tutti: se non appartieni a queste categorie non lo riceverai

C’è una categoria di lavoratori che percepirà – per il periodo estivo – un po’ di soldi in più in relazione alle ore lavorate. Di chi si tratta?

Da anni ormai assistiamo al solito refrain, una litania che gli imprenditori del turismo estivo non cessano di recitare. Da quello che essi dicono, è praticamente difficilissimo trovare manovalanza estiva: camerieri, cuochi, pizzaioli, ecc.

Vero o non vero, qui poco importa. Ciò che è invece assolutamente necessario sapere è che il Governo per quest’anno si è mosso con un nuovo bonus, proprio per incentivare il lavoro nel comparto turistico.

La leva del bonus si basa su un fatto sicuramente incontestabile: chi lavora nel turismo, soprattutto d’estate, tende a lavorare di più. Si lavora tanto di notte e si fanno anche tante ore di straordinario. Spesso però si tratta di contratti a tempo: una volta terminata la stagione, cessa anche il lavoro.

Quindi, anche se le ore di straordinario e notturne sono piuttosto ben pagate – il CCNL Turismo prevede infatti maggiorazioni che vanno dal 30% al 60% per ora -, ciò non è sufficiente a soddisfare la richiesta di lavoratori. Ed è qui che prova ad intervenire il Ministero del Turismo, con un emendamento al Decreto Lavoro.

Bonus estate 2023

La struttura del bonus è la seguente. Gli straordinari festivi e notturni, svolti dai lavoratori del settore turistico, dal 1 giugno al 21 settembre 2023, godranno di una speciale detassazione. In pratica, il 15% della retribuzione lorda riconosciuta per le ore extra, finirà direttamente come netto in busta paga.

Attenzione però: il bonus è previsto sì per tutti coloro che lavorano nel turismo, inclusi i dipendenti degli impianti termali, ma a patto che nel 2022 non abbiano avuto un reddito da lavoro dipendente lordo superiore ai 40.000 €. L’importo complessivo, stanziato dal Governo per questa incentivazione, ammonta a circa 55 milioni di euro.

Gli obiettivi del bonus

Il ministro del Turismo Daniela Santanché ha commentato l’emendamento sostenendo che la sua finalità è quella di favorire una maggiore stabilità occupazionale, di migliorare le condizioni di lavoro e fronteggiare la scarsità di personale. Ci auguriamo ovviamente che l’iniziativa porti i suoi frutti.

Ciò che però ci sembra opportuno rilevare è che l’incentivo – tarato com’è su un computo ufficiale di ore lavorate extra, di notte e festive – presuppone che vengano applicate pedissequamente le direttive dei contratti collettivi. Se lo straordinario non dovesse essere conteggiato in busta paga, la maggiorazione extra ovviamente non scatterebbe.