Donazione di immobile, altro che pratica semplice: occhio a questi cavilli | Puoi avere seri guai
Non sempre conviene donare un immobile in un ottica di pianificazione successoria. Ci sono alcuni aspetti che è bene non sottovalutare.
La donazione di un immobile è un gesto di altruismo che in genere viene compiuto nell’ambito della cosiddetta “pianificazione successoria“. Quando si ha già una certa età, magari con un numero non irrisorio di figli e nipoti, è naturale pensare a come suddividere il proprio patrimonio tra gli eredi.
E tra i beni certamente più ambìti da questi ultimi vi sono gli immobili. Risulta naturale pertanto, in un atto testamentario o anche separatamente da esso, provvedere a donare il proprio patrimonio immobiliare.
L’importante, quando si struttura un atto di donazione, è stare molto attenti al rispetto di alcuni elementi i quali, se trascurati, rischiano di mandare letteralmente a monte tutto il processo donativo. Ma quali regole o cavilli vanno rigorosamente rispettati?
Va innanzitutto precisato che una donazione, al contrario di una vendita, non rende il trasferimento del bene inoppugnabile. Ciò significa che sia il donatore sia gli eredi di quest’ultimo possono opporsi all’atto donativo anche molto tempo dopo la sua esecuzione. Lo stesso donatore infatti può revocare la propria decisione, ad esempio se si dovessero verificare fatti gravissimi imputabili al donatario.
La tutela degli eredi legittimari
Ma il caso più probabile che potrebbe mandare a monte l’atto donativo è la sua contestazione da parte di alcuni eredi del donatore, i cosiddetti “legittimari“. I legittimari sono infatti gli eredi del de cuius a cui spetta per legge una quota dell’eredità, la legittima.
Se la donazione di un immobile ad una terza persona dovesse ad esempio andare ad intaccare la quota di legittima di un figlio del donante, quest’ultimo avrebbe addirittura dieci anni dall’esecuzione dell’atto per impugnarlo. E nel frattempo, il bene donato potrebbe essere già stato venduto anche ad altri…
I rischi della donazione
Da quanto sopra esposto risulta piuttosto chiaro come una casa donata sia difficilmente monetizzabile. Risulta infatti assai problematico vendere un immobile sul quale può giungere, in un momento imprecisato del futuro, un atto che annulla la donazione e – a cascata – tutti i passaggi di proprietà successivi.
Se la donazione fra familiari diretti può risultare un atto tutto sommato comprensibile e poco rischioso, ciò che risulta a questo punto evidente è che tale tipologia di trasferimento di proprietà a terzi non familiari va utilizzata con estrema cautela. In tali casi, detto altrimenti, è molto meglio vendere che donare.