Lavoro, rivoluzione nei concorsi pubblici: sta per cambiare tutto | La tua occasione sta arrivando
Il PNRR necessita di uno sveltimento delle farraginosità burocratiche tipiche del nostro paese, tra cui quelle relative ai concorsi pubblici.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sottoscritto dall’Italia ed approvato dall’UE nel giugno 2021, prevede che tutte le opere in esso previste si concludano entro la fine del 2026.
Una data limite non facile da rispettare, soprattutto a causa delle lungaggini della burocrazia italiana. Probabilmente qualche opera salterà, ma nel frattempo l’esecutivo sta provando a snellire alcuni iter, al fine di accelerare i tempi di esecuzione di alcuni impegni presi. In quest’ottica rientra un provvedimento governativo che dovrebbe essere definitivamente approvato entro il prossimo 30 giugno.
Si tratta in particolare di un articolato su cui ha lavorato il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. In esso è previsto un intervento di riforma decisamente radicale sulle modalità di svolgimento dei concorsi pubblici, quantomeno per quelli in vigore sino alla fine del 2026.
Come accennato, entro quella data – almeno in linea di principio – gli interventi previsti dal PNRR debbono essere completati. E tra questi vi sono anche progetti che prevedono numerosissime assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Da qui l’esigenza di rivedere l’iter assuntivo, semplificandolo in più punti.
Concorsi pubblici: cosa cambia
La prima clamorosa modifica al vecchi DPR 487/1994, che regolamenta sino ad oggi le assunzioni pubbliche, è la cancellazione delle prove orali. Per quanto ne sappiamo, limitare l’esame alla sola prova scritta dovrebbe essere concesso esclusivamente a coloro che partecipano a concorsi per posizioni “non apicali”. Ne resterebbero esclusi, pertanto, gli aspiranti dirigenti e quadri.
Un ulteriore modifica riguarderebbe l’introduzione della territorialità. Un concorso pubblico nazionale, pur se bandito a livello centrale, si articolerebbe così per ambiti territoriali (regioni, città) di modo che un candidato possa parteciparvi solo indicando la zona di suo interesse. Ciò renderebbe non più possibile candidarsi per più territori, come invece sino ad oggi si può fare.
Concorsi pubblici e servizio civile universale
Un vantaggio enorme infine avrebbero tutti coloro che, da giovani, abbiano prestato il servizio civile universale. L’aver dedicato infatti alcuni mesi al servizio dello Stato, negli ambiti della difesa non violenta, dell’educazione, della pace e della cultura, comporterebbe la possibilità di accedere ai concorsi usufruendo di “posti riservati”.
Il provvedimento in arrivo il prossimo 30 giugno prevede per l’appunto di riservare ben il 15% dei posti disponibili a concorso a tutti coloro che abbiano portato a termine il servizio civile senza demerito.